Cronaca locale

Renzi svicola sui 60 milioni e poi le «suona» alla Scala

Il premier fa lo «gnorri» sui finanziamenti attesi dal Comune Bordate sullo sciopero: «Boicottaggio inaccettabile, pronti a tutto»

(...)Anche a misure normative per far sì che non iniziamo con una figuraccia internazionale che sarebbe incomprensibile per chiunque». Ovvero la precettazione. Convinto che la Turandot andrà in scena il governatore Roberto Maroni («Sarebbe un buon esordio»).

Per il resto la giornata organizzata dal ministero delle Politiche agricole in collaborazione con Expo e che si può considerare la vera inaugurazione dell'evento, è filata via liscia. Due sessioni plenarie e quarantadue tavoli tematici allestiti all'ombra dei maestosi Sette palazzi celesti di Anselm Kiefer. Più tavolini che tavoli, in legno chiaro e con al centro bottiglie di San Pellegrino, l'acqua partner di Expo, per una coreografia assolutamente renziana da Leopolda padana per cominciare a scrivere le prime pagine di quella Carta di Milano che a ottobre, quando verrà a Milano, sarà consegnata al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon. In platea all'Hangar più di metà governo (Giuliano Poletti, Gian Luca Galletti, Federica Guidi, Maurizio Martina, Andrea Orlando, Dario Franceschini, Stefania Giannini e Maurizio Lupi) guidati dall'ormai immancabile e inseguita da giornalisti e telecamere Maria Elena Boschi. È lei a portare il verbo renziano.

Il video messaggio di Papa Francesco condanna la finanza che uccide e poi c'è quello dai toni istituzionali del neo presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Ormai sicuro di farcela Sala che parla di «un'Expo del lavoro» che ha già impiegato 5mila aziende e avrà bisogno di 15mila persone al giorno per tutti i sei mesi dell'evento. Già venduti otto milioni di biglietti, racconta, di cui cinque all'estero. E sono già tre milioni le notti d'albergo prenotate. Con Maroni a ricordare come la Regione in Expo abbia investito oltre 840 milioni di euro: di cui 250 in Expo, nelle opere essenziali e in Arexpo, la società che si dovrà occupare dei terreni a manifestazione conclusa. Altri 41 milioni sono andati alla banda ultralarga che alla fine del prossimo anno coprirà il 98 per cento della Lombardia.

Pronto a «guardare ben oltre il 2015» il sindaco Giuliano Pisapia che come «grande eredità» lancia insieme alla Fondazione Cariplo del presidente Giuseppe Guzzetti il «Patto urbano sulle politiche alimentari» tra le grandi metropoli («a cominciare da Mosca, Londra e New York») e le istituzioni internazionali. Sarà firmato anche dai sindaci a ottobre per «garantire un'alimentazione più sana, equa e sostenibile», partendo dai 76 chili di cibo buttati a persona ogni anno. Contraddizioni, ha ricordato Paolo Barilla, il vice presidente della Fondazione Barilla, che «non sono state al centro delle agende dei capi di Stato e di governo, con Expo abbiamo una grande occasione per affrontarle». Il 28 aprile, ha annunciato il ministro Martina, sarà presentata la prima versione della Carta Milano che individuerà impegni concreti per la sostenibilità dello sviluppo e un'equa distribuzione per assicurare a tutti il diritto al cibo. Un diritto che il ministro Martina vorrebbe inserire nella Costituzione già nel 2015.

«Entusiasta» si è detta, invece, il commissario del Padiglione Italia Diana Bracco della proposta dell'Università Statale di spostare sui terreni di Rho-Pero dopo l'evento le sue facoltà scientifiche per dar vita a una nuova Città studi.

«Sarebbe perfetta e bellissima» ha detto la Bracco, ricordando che anche «la Camera di commercio aveva avanzato l'idea di trasformare Palazzo Italia in un Palazzo dell'Innovazione».

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