Cronaca locale

La «residenza» del crimine Altri dieci anni di degrado

L'ospizio di via Adriano: un'incompiuta che fa paura Tempi lunghi per il recupero o cambio di destinazione

Michelangelo Bonessa

Da edificio per anziani a fonte di paura e degrado. La mai realizzata residenza di via Adriano è una delle opere incompiute di cui spesso si parla: occupazioni abusive, spaccio, stupri e incendi. Tutto nel mezzo di quello che doveva essere un grande progetto di rinascita urbana. Lo scheletro della palazzina è rimasto in abbandono dai primi anni Duemila, poco dopo l'avvio del progetto da mezzo milione di metri quadrati che avrebbe dovuto cambiare il volto di una zona in cui erano rimasti solo i ricordi della Magneti Marelli. Ma mentre a poco distanza il quartiere Bicocca è nato e cresciuto proprio sui resti di un'altra grande area industriale, sotto i 77 metri della torre Dacia, uno delle poche costruzioni completate, tutt'ora restano pochi palazzi abitati e tanti scheletri. Oltre alla Rsa infatti anche una serie di villette è stata solo iniziata. Da anni è il rifugio di sbandati e nomadi. Destino che si ripete spesso per quella che doveva diventare la prima residenza milanese per anziani tossicodipendenti. Un immobile la cui destinazione fu subito contestata. Tra rimandi e consueti ritardi, la struttura è rimasta tra le vittime del fallimento del gruppo Pasini. Quando nel 2014 ha presentato il libri in tribunale, la Rsa ha compiuto un nuovo passo indietro.

Nel frattempo, lo spaccio è stato denunciato più volte dalla consigliera di Forza Italia Silvia Sardone, ma è stato solo uno dei problemi: a inizio estate decine di migranti hanno occupato l'immobile per essere sgomberati in settembre. Ai primi di agosto una donna è stata stuprata là dentro mentre un'insegnante è stata aggredita un mese dopo proprio nei pressi dello scheletro di cemento. Pochi giorni fa un incendio che secondo Palazzo Marino è stato originato da «inneschi». Dalle cronache sembra che non passi mese senza che ci si consumi un crimine di qualche genere. «Nonostante gli stupri, gli accessi sono ancora aperti constata Sardone l'unica soluzione per questo edificio è che si decida di costruire qui la scuola media che chiedono i cittadini: perché non farlo? Costerebbe un terzo rispetto a quella da creare da zero». Ma il destino di degrado della Rsa sembra tracciato ancora per anni. Anche nel maxi piano di risanamento e completamento del quartiere presentato dal sindaco durante l'estate è una delle ultime caselle. Prima viene la scuola media che assorbirà dieci milioni di euro, buona parte di quelli disponibili nelle casse del Comune grazie ai contenziosi in tribunale con i costruttori. Una ventina, su 25 totali. Inoltre buona parte del finanziamento dipende da una richiesta di accesso a un fondo Statale per altri 25. E l'area è ancora invischiata ne complesso fallimento. E da un incontro con l'assessore Pierfrancesco Maran è emerso che per completarla servirebbero circa 10 milioni e la Regione non accredita altri posti letto.

L'unica via sembra un cambio di destinazione d'uso.

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