Cronaca locale

Retata della procura su Expo: arrestati Paris e Greganti

Il pool antimafia della Boccassini indaga per turbativa d'asta e corruzione negli appalti

Retata della procura su Expo: arrestati Paris e Greganti

Le mani sull'Expo si erano allungate, e a mettercele erano due uomini che riemergono dagli archivi della prima Repubblica e di Tangentopoli: questa è la tesi della Procura della Repubblica di Milano che stamattina ha spedito in carcere Primo Greganti, il leggendario "compagno G" delle indagini sulla pista rossa, e Gianstefano Frigerio, segretario della Dc lombarda negli anni Novanta e poi deputato di Forza Italia.

La base operativa di quella che la Procura, nella conferenza stampa di questa mattina è stata definitia "la cupola degli appalti" era in una associazione culturale milanese intitolata a Tommaso Moro. "La 'ndrangheta faceva le sue riunioni nel circolo Falcone e Borsellino - ha detto il procuratore Bruti Liberati - e questi nel circolo dedicato a Tommaso Moro: neanche l'immaginazione dell'autoe dell'Utopia sarebbe arrivata a tanto". Insieme a Greganti e Frigerio vanno in cella il costruttore Enrico Maltauro, accusato di essersi creato una corsia preferenziale per gli appalti dell'esposizione 2015, finanziando il sistema di tangenti con un contributo mensile di almeno trentamila euro, e il dirigente di Expo Angelo Paris, capo dell'ufficio contratti: "Vi faccio avere tutti gli appalti che volete, basta che mi fate fare carriera" direbbe in una intercettazione. mRichiesta alla Camera di autorizzazione all'arresto per il senatore Luigi Grillo, e nuovo mandato di cattura per Antonio Rognoni, il direttore generale di Infrastrutture Lombarde già in carcere per un'altra inchiesta su Expo. L'ultimo arresto è quello di Sergio Cattozzo, un collaboratore di Frigerio.

E' questa, probabilmente, l'inchiesta di cui il procuratore aggiunto Alfredo Robledo sosteneva di essere stato in qualche modo scippato dai vertici della Procura milanese. E infatti oggi Bruti conferma che Robledo è stato estromesso dall'indagine perché "non condivdeva l'impostazione". A condurre la retata che ha portato in carcere Greganti & C. è infatti il pool antimafia di Ilda Boccassini, anche se di contatti con il mondo del crimine organizzato qui non si parla. Le notizie disponibili parlano di appalti concessi in cambio di contratti di consulenza: la "copertura" che già nell'inchiesta di Robledo veniva ipotizzata per evitare il passaggio diretto di contante. I lavori sotto accusa sono quelli per la archiettura dei servizi di Expo, oltre che per i parcheggi e contestate vie d'acqua dell'Expo e anche per alcuni importanti cantieri ospedalieri. Si parlerebbe anche del grande appalto per la Città della Salute che deve sorgere sull'ex area Falck di Sesto San Giovanni, un appalto da 350 milioni di euro.

Nell'indagine condotta dalla Guardia di finanza e dalla Dia, il ruolo di Greganti appare non più come quello dell'uomo di partito ma del faccendiere comunque legato alla sinistra: il suo ruolo, secondo la Procura milanese, era finalizzato in particolare a garantire la quota di appalti per le cooperative rosse che beneficiavano anch'esse del sistema di trucco degli appalti. Esponenti delle coop e di altre aziende sarebbero tra i dodici indagati per i quali il giudice non ha autorizzato l'arresto.

L'elemento di forza dell'organizzazione era quello di promettere vantaggi e carriera ai funzionari grazie ai legami politici di alto livello e "a trecentossesanta gradi". Non ci sono, spiega Bruti, politici di livello nazionale frmalmente indagati, ma molti e di vari partiti compaiono nelle carte dell'inchesta. Nelle intercettazioni realizzate nel corso delle indagini emergono anche alcuni contatti che secondo la Procura sarebbero avvenuti con Silvio Berlusconi nella sua residenza di Arcore a cui avrebbe partecipato anche Paris, il dirigente di Expo arrestato oggi. Bruti ammette che sono stati intercettati "ex parlamentari", e questo suona come un riferimento al Cavaliere. Non risulta che ci siano accuse formali nei confronti di Berlusconi, come neppure nei confronti di Cesare Previti, il cui nome pure compare nelle indagini. Ma non è da escludere che il solo apparire del nome di Berlusconi nelle carte della nuova inchiesta dia fiato a chi chiede che venga rivista l'ordinanza che ha concesso all'ex premier di scontare in affidamento ai servizi sociali la sua condanna per il processo sui diritti tv.

Proprio domani Berlusconi inzierà la sua attività di volontario presso la Sacra Famiglia di Cesano Boscone.

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