Cronaca locale

Riaprire i Navigli? Spunta sul web un «referendum» e l'82% dice sì

Martina Carnovale

Se è vero che il sindaco Giuseppe Sala vorrebbe chiamare i milanesi a esprimersi sul suo sogno di riaprire i Navigli in concomitanza con le elezioni regionali, è anche vero che c'è chi un primo referendum l'ha già fatto. Si tratta di Urbanfile, blog che si occupa dei temi di urbanistica legati allo sviluppo delle città, che «senza alcuno scopo statistico serio», dichiarano gli autori - nelle scorse settimane ha promosso una consultazione tra i suoi lettori. Partecipare era semplice: bastava cliccare su una delle due immagini proposte dal sito una che ritraeva il luogo interessato dall'eventuale riapertura con l'acqua nei canali e l'altra che riproponeva la situazione attuale, dove al posto del canale c'è una strada per esprimere la propria preferenza. Il risultato è stato quasi un plebiscito: l'82,01% dei votanti si è detto favorevole alla riapertura proposta dal sindaco con un progetto da 150 milioni di euro presentato in consiglio comunale dallo stesso Sala. Solo il 17,99% ha votato no. L'operazione potrebbe non avere, però, solo fini estetici, ma anche vantaggi pratici. Lo ha spiegato Andrea Aliscioni, direttore del settore acque reflue e depurazione di Mm, davanti alla commissione Verifica e controllo enti partecipati di Palazzo Marino: «La riapertura dei Navigli prevede che venga riaperto un canale che oggi non è più attivo e che partiva da Melchiorre Gioia e scendeva fino alla Darsena. Oggi tutta l'acqua della Martesana che prima alimentava questo canale devia in via Carissimi verso la galleria d'acqua Redefossi per andare a finire nel Lambro». Quando il nuovo canale verrà costruito, però, una parte di quell'acqua «andrà nel vecchio alveo» liberando così dello spazio nel canale artificiale che attraversa Milano. Il risultato può essere sintetizzato con uno slogan: «Meno Seveso in strada». La riapertura dei Navigli potrebbe quindi mitigare il problema delle esondazioni del torrente, anche se, chiarisce Aliscioni, «non lo risolverebbe perché la soluzione principale rimangono le vasche di laminazione». Un altro problema che ricorre quando ci sono i temporali è quello delle pozze d'acqua che si creano lungo la strada. A questo proposito continua quello che il consigliere di Forza Italia Fabrizio De Pasquale definisce «scaricabarile» tra Comune, Amsa e Mm.

«C'è un problema di gestione delle feritoie stradali che non sono responsabilità di Mm, ma del settore Strade del Comune» scandisce Aliscioni secondo il quale «servirebbe un coordinamento più stretto tra i tre operatori per un programma di ricognizione» dei tombini che però «deve partire da chi li gestisce».

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