Cronaca locale

"Il rigore che non c'era": lo sport come la vita

Monologo di Federico Buffa che viaggia dagli assi del pallone a cronaca e storia

"Il rigore che non c'era": lo sport come la vita

I rigori cambiano le conclusioni delle partite, a volte per fortuna altre in tragedia. Il rigore che non c'era, la nuova avventura teatrale di Federico Buffa, giornalista e telecronista di sport, viene presentata dopodomani alle 21 (ingresso libero), nel Giardino della Triennale come anteprima di Milano CalcioCity, il primo evento dedicato alla cultura del calcio che si svolgerà in Triennale e in altri spazi dal 27 settembre all'1 ottobre.

Dopo il sold out del debutto a Verona ecco uno spettacolo, scritto con Marco Caronna, che partendo da alcune storie sportive realmente accadute si trasforma in un affresco storico, poetico e musicale su quegli eventi che hanno cambiato la storia di una partita (e, come metafora, della vita in generale).

Buffa compie un percorso che passa da Sendero Luminoso alla vita di George Best, da Leo Messi al millesimo gol di Pelè. E ancora, la vicenda di Elis Regina, il tutto punteggiato dalla musica di Alessandro Nidi, per un viaggio alla scoperta di quel rigore che ha stravolto la sorte di una partita. Non è un caso che uno spettacolo del genere sia stato scelto per presentare in anteprima l'edizione zero di «CalcioCity» il primo evento dedicato alla cultura e al gioco del pallone organizzato dalla Triennale e dal Comune di Milano. Questo sport può aprire temi alti, non è solo motivo di violenza negli stadi.

«Sul calcio sono stati fatti dei veri e propri studi urbanistici, oltre che sociologici ed economici, non prevedo grandi polemiche per l'idea di portare un approfondimento del genere in Triennale. Il calcio è uno sport, ma è anche un fenomeno sociale e di cultura».

Così risponde Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano, alla domanda se si aspetta delle critiche per la scelta di aver voluto dedicare una settimana, subito dopo l'estate, a uno sport che spesso accresce la sua fama per il mercato economico che lo guida e per la violenza negli stadi.

Commenti