Cronaca locale

Rinascente premiata È il miglior negozio del mondo

Il grande magazzino insignito dalla più grande associazione internazionale di department store: «Un profilo esemplare»

Pamela Dell'Orto

È stata la prima bottega a vendere abiti «pronto moda», e il primo grande magazzino italiano sul modello del parigino Le Bon Marche. Era la seconda metà dell'800 e in Italia fu una piccola rivoluzione. Tutti ne parlavano, e ancora oggi la Rinascente continua a far parlare di sé, perché ieri ha ricevuto il premio di «miglior department store al mondo». Se è riuscita a superare tutti, persino l'inglese super blasonato Selfridges, sarà forse perché non è mai stata un semplice negozio. Quasi un secolo fa fu riscostruita dal Senatore Borletti che chiamò Gabriele D'Annunzio per darle un nome che avrebbe colpito le masse.

Il vate la ribattezzò «La Rinascente», e diventò subito un ritrovo per artisti e intellettuali. Oggi come allora, La Rinascente è l'unico grande magazzino del lusso italiano sul genere di quelli francesi, inglesi e americani. E secondo il Global Department Store Summit 2016 di Zurigo è anche il migliore al mondo. L'evento è organizzato da Intercontinental Group of Department Stores, la più grande associazione internazionale di department store, che ogni due anni premia lo store che ha dimostrato capacità di generare innovazione e performance eccezionali. E quest'anno è toccato alla Rinascente. Quella che, oggi come allora (che ha raggiunto il cuore di altre 12 città italiane e persino di Copenaghen) continua a essere una meta obbligata per lo shopping. E non solo per abiti e accessori. Allora si vendevano i mobili di Gio Ponti, oggi c'è un intero piano dedicato al design. Se fino a qualche anno fa si vendevano anche le seconde linee di abbigliamento e marchi di medio prezzo, da una decina d'anni è tornata agli antichi splendori, concentrandosi sulle griffe del lusso (oltre che sulle linee «contemporary»).

Proprio come negli anni 60, quando il grande magazzino aprì alla haute couture, grazie a Pierre Cardin che presentò un abito e disse che lo avrebbe venduto qui facendo scandalo fra gli stilisti. Ancora oggi tutti i grandi stilisti passano di qui. Anche per le vetrine, che sono vestite a turno da uno stilista o un designer (anche queste hanno ricevuto il premio di «migliori vetrine del mondo»). E poi qui si fa ricerca e innovazione: collaborazioni con nuovi designer e giovani stilisti, ma anche con grosse realtà creative come la Serpentine Gallery di Londra. Ultimo ma non ultimo, il settimo piano: qui ci sono sempre stati i ristoranti, ma da una decina di anni sono diventati un luogo di ritrovo per l'aperitivo e il pranzo anche per i milanesi chic. Soprattutto il bar e ristorante che guarda le guglie del duomo, e poi il Sushi bar e il nuovissimo Corallo bar, con i piatti a base di aragosta e i burger «surf and turf» (quelli con pesce e carne, sul modello americano).

Niente male per una bottega nata un secolo e mezzo fa.

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