Cronaca locale

Rinviare le primarie? «Non perchè lo dice il Pd»

«Rinvio delle primarie? Quelle del Pd forse, non sicuramente quelle milanesi. Qui sono state fissate il 7 febbraio». Giuliano Pisapia rispedisce al mittente - al segretario-premier del partito Democratico Matteo Renzi - la tentazione di rimettere in discussione ancora una volta le consultazioni per il prossimo sindaco. Ieri Renzi ha proposto una moratoria fino a gennaio sul tema e poi il 20 marzo come data unica per il voto. Pisapia invece replica che se (e sottolinea se, perchè ormai non si sente «di escludere nulla») ci sarà «qualche ragione per rinviarle, e tutta la coalizione sarà d'accordo, si potrebbe anche pensare a un rinvio «ma non perchè lo decide il Pd». Il sindaco arriva tonico in via Manzoni per presentare il libro di Smeriglio «A Fattor Comune» al fianco del suo assessore Pierfrancesco Majorino, già sceso in campo per le primarie del centrosinistra, Ma dopo la prima bordata al premier sui gazebo, di fronte a un pubblico targato Sel (in sala il deputato Daniele Farina e la coordinatrice milanese Anita Pirovano) contesta in realtà chi nella sinistra-sinistra, a livello nazionale, cerca di rompere la coalizione, e anche il «modello MIlano». Un colpo al cerchio e uno alla botte: proprio il «modello Pisapia». Il sindaco fa presente che «non bisogna avere l'ossessione di Renzi, lui almeno fa delle scelte che si possono condividere o meno, ma fa i fatti e non parole. Se al governo ci fosse stata una maggioranza di centrosinistra, mi chiedo se alcune di quelle scelte non saremmo stati costretti a farle anche noi». Per fare un esempio, cita gli aumenti «inevitabili»» dei biglietti Atm votati dalla sua giunta. Governare «porta a compiere scelte difficili. So che questa è un'analisi che non piacerà a molti - leggi, la Sinistra Italiana che da Stefano Fassina a Nicola Frantoianni cerca di rompere l'alleanza anche a Milano - ma la franchezza è fondamentale. Dobbiamo creare alleanze e essere duri anche con chi ci vuole dividere anche da sinistra». Dobbiamo «perdere l'abitudine di dividerci» insiste e «cercare il candidato più unitario possibile». Pisapia boccia anche la strategia che va di moda a sinistra per denigrare il commissario Expo Giuseppe Sala, pronto a scendere in campo, Sel lo definisce il sindaco del partito della nazione. «Cos'è il partito della nazione - contesta Pisapia -? Si addossa a migliaia di persone del Pd un'idea che non hanno lontanamente in mente». Sel «deve decidere in fretta che gioco viole giocare, perchè non è chiaro ultimamente». Invece, senza citare Sala, dice che «bisogna avere il coraggio di sfidare anche quelli che sembrano più forti ma che più forti non sono. E chi deve capire capisca». Sembra una bocciatura del manager. Da giorni circola anche la voce di un suo possibile ripensamento. Pisapia esclude, mentre per la prima volta dice che «se la situazione fosse disperata» potrebbe «prendere in mano la palla e dare un'indicazione». Sulle primarie ieri sera si è tenuta un'accesa direzione metropolitana del Pd.

«Non può essere una data a mettere in discussione tutto il percorso fatto fin qui, una data unica a livello nazionale darebbe a questo passaggio democratico un valore ancora pi ampio» sostiene il segretario Pietro Bussolai. Contraria la SinistraDem: «Posticipate è assurdo»

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