Cronaca locale

Rischia la vita l'operatore ferito da un profugo

Nega a un ivoriano di mangiare in camera da letto, lui gli sferra un violento pugno in faccia

Rischia la vita l'operatore ferito da un profugo

Potrebbe concludersi in una tragedia l'aggressione scatenata dal diniego a consumare la cena da solo all'interno del centro di accoglienza ricavato nell'ex hotel «Ambra» e gestito dalla fondazione milanese «Fratelli di San Francesco d'Assisi, a San Zenone al Lambro, in via Maestri del Lavoro. La «fatale» risposta negativa è quella pronunciata domenica sera da un operatore della struttura - un egiziano di 61 anni che lavora per la cooperativa «Insieme si può» - a un 19enne ospite del centro originario della Costa d'Avorio, che risulta richiedente asilo dal 7 febbraio 2017. Un pugno in faccia all'egiziano e la sua successiva caduta al suolo è stato il violentissimo epilogo di una discussione nata quando il giovane si è visto bloccare dall'operatore mentre stava portando un piatto di riso in camera per mangiarselo per conto suo e quindi non nella stanza dove solitamente mangiano insieme tutti gli ospiti del centro.

Pochi minuti dopo le 20.30, stando a quanto finora ricostruito dai carabinieri della compagnia di San Donato, l'operatore avrebbe fermato il giovane ricordandogli che, per regolamento, all'interno del centro non poteva comportarsi diversamente dagli altri. Così i due hanno iniziato a discutere animatamente. Dalle parole ai fatti il passo sarebbe stato brevissimo e il diciottenne ha sferrato un pugno in faccia al rivale. L'egiziano è immediatamente svenuto, cadendo a terra e perdendo subito i sensi. Soccorso da un'ambulanza e un'automedica, il sessantenne è stato trasportato in condizioni gravissime all'ospedale Policlinico di Milano, dove i medici gli hanno diagnosticato una emorragia cranica. Ricoverato in prognosi riservata, l'uomo è in pericolo di vita: dal momento in cui ha ricevuto un pugno in testa stramazzando pesantemente al suolo, infatti, non ha più ripreso conoscenza.

Il suo aggressore è stato invece arrestato dai carabinieri. Per il momento è accusato di lesioni gravissime. Ora l'ivoriano verrà processato per direttissima, ma la sua situazione potrebbe aggravarsi qualora malauguratamente per l'egiziano non ci fosse più nulla da fare.

Erano una ventina di migranti accolti sempre nell'ex hotel «Ambra» di San Zenone, quelli che a dicembre avevano bloccato la via Emilia per due ore.

A scatenare la protesta era stato il mancato riconoscimento della protezione internazionale per 5 persone: la procedura avrebbe garantito loro di venire accolti in Italia come rifugiati.

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