Cronaca locale

«Roma ci dia i nostri 500 milioni»

Maroni sollecita il governo perché saldi i conti dei pazienti che arrivano da fuori Lombardia

Maria Sorbi«Noi siamo generosi, aiutare gli altri è nel nostro Dna. Ma a volte mi chiedo: non è che lo siamo troppo?». Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni commenta così, su Twitter, i dati sui pazienti che, da tutta Italia, arrivano in Lombardia per farsi curare: un popolo di 150mila persone all'anno, per i quali la Lombardia aspetta ancora gran parte dei soldi anticipati per coprirne le spese sanitarie. Un debito che si è accumulato negli anni e che, ad oggi, ammonta a 500 milioni di euro. Maroni ha sollecitato il governo a regolare i conti e per farlo ha colto l'occasione di un incontro con il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin. «Il ministro Lorenzin - ha ribadito anche il segretario leghista Paolo Grimoldi - tenga conto di questi 500 milioni anticipati dalla Regione quando sarà il momento di rivedere il prossimo riparto del fondo sanitario nazionale». C'è da dire che, di contro, la Lombardia risparmierà 400 milioni grazie alla nuova riforma sanitaria e quella cifra verrà reinvestita, di volta in volta, per migliorare il sistema di cure. La riforma, per altro, ha ottenuto anche la benedizione del governo. Una benedizione, con riserva: «Abbiamo superato le perplessità che avevamo all'inizio - spiega la Lorenzin - ma la riforma lombarda resta sempre una sperimentazione. Faremo un monitoraggio sull'applicazione della legge, con valutazioni semestrali. E se qualcosa non funzionerà, la correggeremo in corso d'opera. Detto questo, si tratta di una sfida ambiziosissima e di un modello innovativo che cambia l'organizzazione della sanità». Maroni e i suoi hanno accettato la sfida: la riforma si farà con il monitoraggio dei tecnici del ministero. Ci saranno due momenti chiave di verifica: il primo dopo tre anni e il secondo dopo cinque anni. «Al termine di questo periodo - spiega Maroni - ma mi auguro anche molto prima, saremo in grado di valutare i risultati che certamente ci saranno e questo potrà consentite al Governo e al ministero di dire che questo è il modello che può essere esteso anche ad altre Regioni». Ancora da chiudere il discorso tra governo e Regione sull'Arac, l'agenzia di controllo regionale voluta da Maroni per prevenire i casi di corruzione dopo l'arresto dell'autore della riforma sanitaria Fabio Rizzi. L'agenzia si farà ma il ministro dà una frenata: «L'anticorruzione è nazionale, c'è l'Anac - spiega la Lorenzin - Se poi la Regione Lombardia trova un accordo per cui l'Arac diventa una ramificazione regionale di un piano nazionale penso che l'obiettivo sia colto. Credo comunque che il controllore debba essere differente da controllato». L'8 aprile si chiuderà l'avviso per le candidature, dopo di che il presidente lombardo conta di poter procedere con le nomine. In via di chiusura anche le trattative per mettere in atto quella che Maroni definisce «la rivoluzione dei ticket sanitari»: la Regione ha presentato ai sindacati una modifica che prevede il pagamento di un tetto massimo annuale, in proporzione al reddito, oltre il quale non si pagherà più nulla. Al momento non sono state fornite cifre ma, per fare un esempio, chi ha un reddito di 30mila euro all'anno verserà un massimo di 200 o di 300 euro di ticket e non oltre. Il tetto, ovviamente, crescerà all'aumentare del reddito dichiarato.

Un'ipotesi di cambiamento che è stata rilanciata su Twitter: «Vogliamo alleggerire il peso per le categorie più deboli».

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