Cronaca locale

Rossi: «C'è dietro anche un lavoro sul sociale Sostenerlo dovrebbe essere un orgoglio»

«Un progetto che le imprese possono appoggiare, come fanno in America»

L'idea di una Milano che fa squadra, unita, per rilanciarsi ed essere ancora più competitiva piace ad Antonio Rossi. Che, da assessore allo sport di Regione Lombardia uscente ma soprattutto da ex sportivo di primissimo livello, sa quali sono i mali principali del fare sport in Italia: «Dobbiamo trovare forti investimenti e far capire quanto lo sport sia importante - le sue parole -, tutti sappiamo quanto fa bene anche a livello sociale. Non scopriamo di certo l'acqua calda. Motivo per il quale cercare più risorse possibili da investire deve essere la base dalla quale cominciare e far ripartire tutto il movimento. In questa legislatura, ad esempio, Regione Lombardia ha investito 70 milioni di euro nello sport, molto più di quanto fatto dalla precedente. E tutto nacque da quando, appena arrivato, mi sedetti ad un tavolo con Usr, Coni, Cip, Anci e così via. Elaborammo un piano di politiche per lo sport comune ed efficace con tutte le associazioni. Proprio come si sta cercando di fare in questa tavola rotonda».

Il progetto di una Milano che fa squadra affascina: «Si può fare, anche perché non dobbiamo essere noi istituzioni a dare contributi diretti - prosegue Rossi - creare un pool di squadre con criteri d'ingresso precisi e cercare di portare avanti una manifestazione di interesse per le aziende che vogliono essere partecipi del progetto; negli Stati Uniti, ad esempio, gli atleti che vanno alle Olimpiadi non hanno grossi premi dal comitato olimpico, sono le aziende che, orgogliose, ne appoggiano la crescita sportiva». Per quanto concerne gli attuali investimenti a disposizione dello sport, però, Antonio Rossi precisa: «In Regione abbiamo tre bandi per l'impiantistica, che vanno dalle palestre scolastiche alle attività all'aria aperta. C'è una forte richiesta ogni anno, così come per i bandi a sostegno dello studio o di altre tipologie. Anche perché la maggior parte degli impianti a disposizione sono degli anni '70 e hanno sempre bisogno di essere restaurati e necessitano di continui lavori di riqualificazione. Ma quello che posso consigliare io è provare a puntare anche su bandi statali; e questo la gente non lo fa, spesso distratta o poco informata. Anche i nostri di bandi, ad esempio, non sempre vengono recepiti nella loro interezza. E' vero che la burocrazia a volte distrugge, ma spesso le colpe non sono solo delle istituzioni ma anche di chi si informa in modo non sempre corretto su quanto c'è a disposizione».

LT

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