I lavoratori anziani fanno posto ai più giovani. Come? Con una riduzione dell'orario di lavoro a favore delle nuove leve. Si chiama «ponte generazionale» ed è un protocollo di intesa firmato ieri tra Regione, Assolombarda e Inps. L'esperimento durerà tre anni, coinvolgerà circa 250 lavoratori a cui manchino non più di 36 mesi per andare in pensione e potrà contare su 3 milioni di euro. Una sorta di pionieri che, su base volontaria e in accordo con l'azienda, decideranno di convertire il proprio contratto da full a part time (sia orizzontale che verticale) con una riduzione dell'orario fino al 50 per cento. Il resto del tempo sarà coperto da giovani tra i 18 e i 29 anni scelti tra disoccupati, iscritti alle liste di mobilità o percettori di ammortizzatori sociali in deroga che saranno assunti con contratti di apprendistato o anche a tempo indeterminato. Sarà l'Inps che verserà al lavoratore anziano un importo per la differenza di contribuzione a causa della riduzione dell'orario, il cosiddetto «delta contributivo». Una cifra che sarà coperta grazie al trasferimento di 3 milioni di euro da parte del ministero del lavoro. In pratica saranno versati 7mila euro annui in media a testa per un massimo di tre anni. Non solo.
Saranno garantiti interventi di formazione sia verso il giovane apprendista che nei confronti degli anziani in uscita.
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