Cronaca locale

Sala: "Basta sfilate dei fascisti". Ma dimentica l'odio islamico

Il sindaco evoca il pericolo degli estremisti di destra. E assicura: "Sempre in prima fila per combatterli"

Sala: "Basta sfilate dei fascisti". Ma dimentica l'odio islamico

Minacce vecchie e nuove si profilano all'orizzonte. Ma gli ebrei milanesi e italiani hanno trovato in Marco Minniti un sostegno aperto. Parole chiare e impegni solenni sono arrivati in via Della Guastalla dal ministro dell'Interno. «In questa fase della storia del mondo dove abbiamo una sfida al terrorismo internazionale e al radicalismo jihadista, che pensa di poter uccide nel nome di Dio - ha detto Minniti - è fondamentale che ci sia un dialogo che dica che questo è inaccettabile. È importante che ci sia dialogo, soprattutto interreligioso, con due capisaldi: non si perseguita nessuno nel nome di Dio e non si uccide nessuno nel nome di Dio».

L'impegno solenne di Minniti non è certo solitario. Erano tanti i politici in prima fila, ieri, alla Giornata europea della cultura ebraica. Le istituzioni erano rappresentate, oltre che dal prefetto e dal questore, dal sindaco Beppe Sala e dal presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo. C'era l'ex presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri ed era presente a ranghi compatti il Pd milanese, col segretario Pietro Bussolati, la deputata Lia Quartapelle, il responsabile Sicurezza del partito Emanuele Fiano. A differenza di Minniti, che non ha avuto esitazioni a indicare la minaccia jihadista, il sindaco ha fatto un'altra scelta. Non ha nominato il terrorismo islamista e si è concentrato su un altro pericolo. Ha parlato di «un dato politico su cui riflettere: i segnali di risveglio degli estremismi con gesti inaccettabili». Ha evocato «atti di apologia del fascismo e del nazismo che la città ha respinto con il suo stile di serena fermezza». E ha promesso: «Io sarò sempre in prima linea e metterò sempre la mia faccia per dare l'esempio e combatterli». Il sindaco ha parlato in nome di Milano «città medaglia d'oro della Resistenza», una Milano che ha «l'orgoglio di essere ieri come oggi la città della libertà». «Lo siamo - ha sottolineato - e lo rimarremo anche grazie al contributo fondamentale delle donne, degli uomini e della cultura di questo popolo straordinario, tenace e libero».

Gli ha idealmente risposto, nel giro di pochi minuti, il presidente del Consiglio regionale Cattaneo, indicando l'ombra del «terrorismo di matrice islamica» come minaccia massima, insieme a pericoli «più piccoli ma non meno insidiosi», proprio come quelli evocati da Sala.

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