Cronaca locale

Sala rilancia: "Lavorerò per Milano fino al 2026"

Il sindaco euforico: «Abbiamo perso Ema ma non c'è partita. Sì a un manager se viene dal pubblico»

Sala rilancia: "Lavorerò per Milano fino al 2026"

dal nostro inviato a Losanna

Gli avevano regalato mesi fa un paio di sci con il logo delle Olimpiadi ma per scaramanzia non li aveva tenuti chiusi in armadio fino a ieri. Dopo l'annuncio della vittoria contro Stoccolma-Are ha postato una foto sul suo profilo Facebook con il messaggio: «Olympic winter Games 2026! Taaac!». Alle 18.04 quando il presidente del Cio Thomas Bach annuncia che a ospitare le Olimpiadi invernali 2026 saranno Milano e Cortina esplode la festa nell'auditorium dello Swiss Tech Convention Center di Losanna e il sindaco Beppe Sala è incontenibile. Alza le braccia al cielo, intona il coro «Italia, Italia». Recuperato l'aplomb ammette che «tutto si svolge in un istante con un'emozione incredibile. Avevo un carico di tensione addosso ma lo tenevo dentro».

Perdere per la seconda volta dopo Ema sarebbe stato veramente seccante, è stata una rivincita e obiettivamente un'Olimpiade è più importante dell'Agenzia del farmaco, con tutto il rispetto per Ema». «A volte- sottolinea a caldo il sindaco- pensiamo che dall'estero ci guardino con sospetto, non siamo sempre così simpatici ma quando facciamo le cose perbene e ci presentiamo in modo credibile vincere non è difficile».

Una vittoria bipartisan, conquistata con il sindaco azzurro di Cortina Giampietro Ghedina e i governatori leghisti di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, ed è arrivato (piano) anche il sostegno del governo. «Da qui al 2026 ne succederanno tante di cose, cambieranno governi, quando c'è una sfida importante il Paese è capace di mettersi insieme. È stato determinante che dopo il tentennamento iniziale il governo ci sia entrato in maniera determinante. E qui stiamo parlando di un territorio, Lombardia, Veneto e parte del Trentino, abbastanza omogeneo. È anche facile mettere insieme la gente».

Da ex commissario Expo che (peraltro) è ancora in attesa di una sentenza sugli appalti Expo avverte con spirito pragmatico che passata la sbornia della festa «bisogna partire subito, senza perdere tempo o poi bisognerà ricorrere alle procedure d'urgenza e a tutte quelle cose che poi creano problemi anche in chi gestisce l'evento, ne so qualcosa».

Giorgetti fa sapere di avere già in mente un top manager per gestire i Giochi, Sala puntualizza che un top manager «va bene, ma deve venire dal pubblico. Non andiamo a prendere un privato che reagisce male alle rigidità burocratiche. Si prende il merito di aver tenuto duro sul paletto di Milano capofila della candidatura, ragione che portò la sindaca M5s di Torino Chiara Appendino a sfilarsi da Giochi a tre punte. «Ho tenuto duro e ho fatto bene - sostiene Sala post vittoria- senza il brand Milano non si poteva vincere. Insiste, in certi momenti bisogna essere resilienti, se mi devo prendere un merito è che ho tenuto duro su Milano e poi tutti si sono allineati. Dicevo "fate tutto quello che volete ma il primo nome deve essere il nostro, non per egosimo ma per la credibilità. Ora è facile lavorare con partner che hanno,la stessa visione».

E la riuscita di Expo secondo Sala ha spostato voti, «21 milioni di visitatori in sei mesi e tutto ha funzionato bene». Ha gridato Italia, Italia, ripete davanti alle tv «Forza Italia, in questi momenti ti senti milanese ma anche italiano». Ma è proprio sulla cittá che si stanno concentrando i grandi colossi e che sono previsti 13 miliardi di investimenti immobiliari in pochi anni. Dopo il volano del 2015 «i Giochi daranno un'altra forte spinta, gli investimenti arrivano anche per la reputazione di una città». Arrivando in treno a Losanna sabato aveva rafforzato l'ipotesi di un secondo mandato. Le Olimpiadi possono essere la spinta che serviva? Con la solita prudenza Sala risponde «vediamo, ci devo ragionare calma. Possono aggiungere qualche stimolo»

Chiara Campo

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