Cronaca locale

Il Salone chiude con successo «Meno gente ma più qualità»

Il Salone chiude con successo «Meno gente ma più qualità»

Il Salone del Mobile chiude i battenti all'insegna dell'ottimismo, proprio nell'anno in cui i colpi della crisi parevano più minacciosi. E invece la 52ma edizione dedicata al design ha registrato numeri confortanti, per quanto riguarda entusiasmo e partecipazione. Il bilancio parla di 2.500 espositori - di cui 1.440 per il mobile e il complemento d'arredo, 479 per Euroluce, salone dell'illuminazione, 106 per il Salone dell'ufficio - più i 700 designer ospitati a progettare in diretta centinaia di novità nel Salone Satellite, di una superficie espositiva netta di 204.850 metri quadrati, e 324mila visitatori da 160 paesi del mondo. Il Salone di quest'anno resterà agli annali per le sue tante eccellenze tra le quali «l'ufficio da abitare», 1200 mq di innovazione filosofica nel rapporto tra uomo e lavoro dell'archistar francese Jean Nouvel, che ha fatto da palcoscenico all'inaugurazione, alla casa domotica, al Led Hd retina della Martini, azienda emiliana che ha subito il terremoto ed è risorta subito rimettendosi a portare per il mondo le sue idee di luce. Ma questa edizione ha anche sottolineato lo stato di salute di un settore fondamentale dell'imprenditoria made in Italy che mette in luce buone speranze quasi esclusivamente per ciò che riguarda l'export. Un sondaggio del Sole 24 ore tra gli imprenditori presenti in Fiera ha fatto emergere dati rilevanti, uno su tutti: la produzione nel settore del Mobile aumenterà ma quasi interamente rivolta verso l'estero. I Paesi «salvatori» del mercato, in questo caso, saranno ancora una volta la Cina e i Paesi asiatici seguiti dagli Stati Uniti. Ma tutti invocano misure per rilanciare anche i consumi interni. Lo ha fatto anche il sindaco Giuliano Pisapia tagliando il nastro e dopo di lui tutte le personalità della politica e dell'economia intervenute. Da Giorgio Squinzi presidente di Confindustria, al ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, al vice presidente della Commissione Europea Antonio Tajani, dal neo presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, al suo predecessore Roberto Formigoni, a Diana Bracco presidente di Expo 2015. E, tra gli operatori - ma anche tra il pubblico che nelle due giornate conclusive ha invaso numerosissimo il quartiere fieristico - si era creata tanta attesa per l'annuncio della visita di Berlusconi. «Insomma l'Italia del mondo del lavoro ha fatto il suo, la politica ancora no. Speriamo solo che non sia troppo tardi», è la sintesi degli operatori.
Tante luci, dunque, ma pure qualche ombra, come sottolinea in fiera l'architetto milanese Carlo Colombo, designer per i maggiori marchi che espongono al Salone del Mobile, come Flou, Moroso, Sabattini, Poliform, Solzi Luce, Mood Flexform, Arflex, Varenna, Ycami Edizioni, Antonio Lupi, Paola Lenti, Nube, Nemo, O Luce, Poltrona Frau, Gebrüder Thonet e Zanotta. «L'impressione è stata di un'affluenza in leggero calo rispetto alle scorse edizioni soprattutto per quanto riguarda il pubblico europeo. Ma è stato ugualmente un successo, perchè di contro abbiamo avuto visitatori più qualificati e più mirati a stipluare accordi e contratti. Parlo naturalmente di buyer d'area soprattutto asiatica, anche se si è manifestata un'interessante presenza da Medioriente e anche Africa». Pochi (si fa per dire) ma buoni insomma, anche se si è fatto notevolmente sentire il calo di presenze da parte di Spagna, Cipro e perfino Germania. E gli stand? «Buone notizie anche su questo versante - sottolinea Colombo - perchè ancora una volta il made in Italy ha dimostrato di saper ripartire di slancio anche nei momenti difficili.

La dimostrazione è che il livello medio della proposta si è notevolmente alzato e la differenza qualitativa tra grandi e piccoli marchi si è ridotta».

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