Cronaca locale

Sangue dei vinti al Campo X, il prefetto vieta il ricordo

Respinta ieri la richiesta delle Associazioni d'arma: "E i trasgressori saranno denunciati all'autorità"

Sangue dei vinti al Campo X, il prefetto vieta il ricordo

Pacato, gentile, ma anche fermo e deciso il neo prefetto di Milano Renato Saccone ieri mattina a palazzo Diotti, al termine della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza, ha fatto sapere come sia stata ufficialmente negata l'autorizzazione alla commemorazione dei caduti della Repubblica di Salò, prevista stamane al Campo X del Cimitero Maggiore e organizzata da «Arditi d'Italia» e «Memento».

«Questi sono giorni durante i quali ci si raccoglie in memoria dei propri cari scomparsi, un momento intimo e profondo - ha spiegato Saccone - Il Comitato ritiene che nulla debba turbare questo momento e che nessuna cerimonia o manifestazione di carattere politico si possa tenere nei cimiteri. Per questo il questore adotterà le misure conseguenti e qualsiasi comportamento che non rispetti le regole prescritto verrà denunciato all'autorità giudiziaria».

Quella che sarebbe stata la posizione della prefettura in merito alla commemorazione - già bollata senza mezzi termini come «fascista» da molti organi di stampa - si era intuito l'altroieri. Quando in conferenza stampa a Saccone era stato chiesto se condivideva la linea del sindaco. Solo il giorno prima Beppe Sala, infatti, aveva scritto su Twitter che avrebbe chiesto al prefetto e alla questura di non concedere per la giornata di oggi, primo novembre, l'autorizzazione a chi avesse voluto riunirsi al Campo X. «Ancora una volta gruppi neofascisti propongono una commemorazione al Campo X del Cimitero Maggiore. Un gesto che non possiamo accettare». Contro la marcia si erano già schierati anche il presidente provinciale dell'Anpi di Milano Roberto Cenati e il sito Osservatorio democratico sulle nuove destre.

Va precisato che i divieti della questura spesso nulla hanno potuto contro gruppi di camerati che, anche in un recente passato, si sono recati all'interno del cimitero con bandiere con aquila e tricolore, raccogliendosi poi in mini parate e senza disdegnare il saluto romano. Era accaduto nel 2016, ma anche appena un anno fa, quando la partecipazione alla cerimonia costò a una trentina di esponenti di estrema destra, tra i 150 intervenuti, una denuncia della Digos per apologia del Fascismo. Era stata quindi aperta un'inchiesta per la quale la Procura di Milano aveva chiesto poi l'archiviazione. Per la magistratura, infatti, non si era trattato di apologia del Fascismo ma di «commemorazione dei defunti».

Saccone mercoledì aveva sottolineato che la valutazione sull'opportunità o meno di concedere l'autorizzazione sarebbe stata «valutata insieme, in sede di comitato» aggiungendo però che «il modo in cui si ricordano i defunti è un segno del livello di una civiltà» e concludendo quindi che a suo parere «se si escludono tutte le ricorrenze tradizionali e quelle legate alla storia della Repubblica e del Paese, ci sono luoghi non compatibili con manifestazioni politiche».

Sarà interessante perciò vedere cosa accadrà oggi.

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