Cronaca locale

Sbarca in città il vice di Massimo Bottura Il ristorante nell'ex regno di Wicky Prian

Sbarca in città il vice di Massimo Bottura Il ristorante nell'ex regno di Wicky Prian

Nell'era di Expo e del motto «nutrire il pianeta», per il mondo dell'enogastronomia Milano è diventata una sorta di «Terra santa» a cui approdare. E allora, dopo lo sbarco del siciliano «romanissimo» Filippo La Mantia che ha lasciato la capitale per rilevare il ristorante di Dolce e Gabbana, è arrivato il turno del sous-chef di «re» Massimo Bottura, tre stelle Michelin con la sua Osteria Francescana di Modena. Il cuoco giapponese Yoji Tokuyoshi si appresta infatti ad inaugurare il nuovo ristorante che porterà il suo nome in via San Calocero 3, la fortunata location che ha fatto conoscere ai milanesi l'arte di Wicky Pryan (da poco trasferitosi al numero 6 di corso Italia). L'apertura del nuovo locale dovrebbe avvenire giovedì 29 gennaio e, garantisce lo chef, non si tratterà di cucina fusion ma «contaminata» nel senso che, come ha spiegato alla sua presentazione al Gambero Rosso, «non prevede l'accostamento di sapori e ingredienti di origine disparata, ma attraverso prodotti italiani mira a raccontare la mia filosofia e la mia sensibilità. Niente soia e alga kombu, senza dimenticare da dove vengo e chi sono». Il nuovo ristorante ospiterà fino a circa 40 coperti, lasciando la possibilità di mangiare - proprio come avveniva da Wicky's - anche affacciati sull'ampio bancone in legno del locale. «Aprirò in tempo per il congresso di Identità Golose, scegliendo di rimaneggiare solo leggermente la sala». E su Expo: «Non ho scelto Milano per il grande evento come pensano in tanti, ma perché è l'unica città internazionale e multiculturale in Italia, quindi la sento pronta per la mia cucina». Il locale sarà aperto tutti i giorni tranne il lunedì e i prezzi si dovrebbero mantenere su una fascia non troppo alta, con un «sensation menu» sugli 80 euro e un «degustazione vegetariano attorno ai 60.

Pare anche il nipponico Tokuyoshi abbia disegnato personalmente e fatto realizzare in Giappone i piatti in porcellana arita-yaki, «ma purtroppo non saranno disponibili per l'inaugurazione».

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