Cronaca locale

Tra Scala e Dal Verme una sfida tra fuoriclasse

Eschenbach con l'orchestra filarmonica al teatro del Piermarini In via San Giovanni sul Muro Martha Argerich e Gidon Kremer

Tra Scala e Dal Verme una sfida tra fuoriclasse

Difficile scegliere fra i due appuntamenti di classica di questa sera. In contemporanea vanno in scena: al Dal Verme (ore 20.30) due cicloni di energia e carisma come la pianista Martha Argerich e il violinista Gidon Kremer con la sua Kremerata Baltica. Alla Scala (ore 20), Christoph Eschenbach dirige l'ultimo concerto dell'Orchestra Filarmonica della Scala in un programma dedicato a Šostakovic e Brahms. Ci sarebbe un escamotage, per la verità. Stamani, alle 10.30, è possibile seguire la prova aperta del concerto di Eschenbach, un appuntamento che inaugura «La Filarmonica incontra la città», ciclo alla sua sesta edizione e con cui la Filarmonica, sostenuta da UniCredit, raccoglie fondi a favore di Onlus milanesi. Fino ad ora sono stati raccolti 600mila euro, nel 2014 ogni appuntamento è andato sold out totalizzando, nel complesso, 9.600 spettatori. La prova di oggi sarà preceduta da una conversazione di Eschenbach con Enrico Parola, ed è a ingresso gratuito, il resto del ciclo è a pagamento ma a prezzi popolari (da 5 a 35 euro). Nel corso del 2015 si potrà così assistere alle prove dei concerti diretti da Fabio Luisi (11 gennaio, a favore di UILDM Milano), Myung–Whun Chung (1 marzo, a favore di HANDICAP...su la testa!), del futuro direttore musicale scaligero Riccardo Chailly (16 maggio a favore de iSemprevivi+onlus), di Marc Albrecht (24 maggio a favore di Progetto Itaca).

Quanto all'appuntamento al Dal Verme, si rinnova il miracolo del concertone dell'anno scorso quando, sempre per le Serate Musicali, Argerich e Kremer si unirono in duo. Stasera sarà l'Orchestra Kremerata Baltica a fare da amalgama fra questi solisti dalla musicalità torrenziale e impegnati in un programma che apre con un Divertimento per orchestra di Bartok, prosegue con il secondo Concerto per pianoforte di Beethoven, quindi un Capriccio di Beethoven e chiusura con il Doppio Concerto di Mozart trascritto per violino, pianoforte e orchestra d'archi. Argerich proviene dalla Buenos Aires dei tempi d'oro, quando l'Argentina forgiava capitale umano d'eccellenza, era bottega di artisti, intellettuali, ingegneri, persino tennisti di prim'ordine. Kremer proviene dalla Lettonia, all'epoca provincia sovietica, altra terra di artisti di pregio, subito requisiti dalla Russia, il caso di Kremer che a un certo punto finì a Mosca: in ottime mani, comunque, quelle di David Oistrakh. Argerich è la gran senora del pianoforte. Una sonora fragile ed energica allo stesso tempo. Pare una leonessa quando raggiunge il pianoforte, il vigore può essere tale da adombrare un'intera orchestra, sferra ottave trilli, accordi d'acciaio con tecnica infallibile, una forza che non guasta il suono: sempre bello e tondo. Un camaleonte pronto a cambiare tinte e consistenze all'istante per un pianoforte che conosce tutte le gamme dell'espressione passando dal selvaggio percussivismo alla lirica pura.

Rovescio della medaglia, questa interprete argentina da anni, ormai, ha rinunciato al solismo nudo e crudo, preferisce la musica da camera o combinazioni con orchestre, e ciò perché le riesce difficile reggere ansie e stress che un palcoscenico vissuto in solitudine comporta.

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