Cronaca locale

Alla Scala si riparte a suon di Verdi «Rigoletto» veterano

Il baritono Nucci 500 volte in questo ruolo Per la ripresa direzione affidata a Oren

Piera Anna Franini

«Rigoletto» di Giuseppe Verdi torna alla Scala (da lunedì al 20 settembre) nella fortunata edizione di Gilbert Deflo in una combinazione di freschezza e consolidata esperienza. Cantanti, orchestrali e ballerini sono le forze cresciute dall'Accademia scaligera, mentre il ruolo del titolo va al Rigoletto di riferimento: il baritono Leo Nucci (1942), sulla «gobba» più di cinquecento recite nei panni del buffo di corte, dunque dove non arriva la voce sopperisce magistralmente il mestiere.

A dirigere gli orchestrali sarà Daniel Oren che torna alla Sala dopo «Aida» dell'anno scorso. Come si diceva, l'allestimento è un classico dei classici scaligeri, classe 1994, con la regia di Deflo, scene di Frigerio, costumi di Squarciapino. All'epoca, «Rigoletto» venne (ri)portato alla ribalta da Riccardo Muti, quindi ripreso da Riccardo Chailly nel 2006, James Conlon nel 2010, Gustavo Dudamel nel 2012 e 2013, infine da Nicola Luisotti tre anni fa.

L'ultima edizione - musicalmente parlando - venne confezionata nello stile del Verdi «zumpappà», dal tocco sanguigno e verace. L'unica via per riproporlo era passare attraverso le ugole e le mani dell'Accademia. Gli stessi giovanotti e fanciulle della bottega scaligera apprezzeranno il fatto di tornare a misurarsi con un capolavoro del melodramma italiano dopo aver lavorato - in tempi recenti - al pregevole (solo pregevole) «Alibabà» di Cherubini e al noiosissimo divertimento teatral-musicale di Antonio Salieri, «Prima la musica poi le parole».

Chi sono i giovani dell'Accademia? Si alternano come Duca di Mantova Riccardo Della Sciucca e Chuan Wang, come Gilda Enkeleda Kamani e Francesca Manzo, come Maddalena Daria Cherniy e Caterina Piva, come Sparafucile Eugenio Di Lieto e Toni Nezic, come Monterone Maharram Huseynov e Giorgi Lomiseli, come Marullo Ramiro Maturana e Hwan An, mentre Valeria Girardello è Giovanna e Lasha Sesitashvili è Ceprano. Tutti figli musicali dell'Accademia della Scala, istituto che copre i profili professionali legati al teatro musicale, lo fa mettendo in campo 40 corsi che fanno capo a quattro dipartimenti, quello di Musica, Danza, Palcoscenico e Management. Conta 300 insegnanti e 1.350 allievi, 650 dei quali impegnati in corsi professionalizzanti sebbene annualmente piovano fra le 4 e le 5mila candidature. È una bottega di lungo corso, nata sulle punte, in epoca asburgica, perché correva l'anno 1813 quando venne fondata la Scuola di Ballo.

Toscanini, negli anni Cinquanta, si spese per avviare la scuola dei Cadetti della Scala, Riccardo Muti ne raccolse l'eredità creando l'Accademia di perfezionamento per cantanti lirici. Via via si aggiungevano tessere, fino al 2001 quando s'è costituita in Fondazione di Diritto privato. Ora è frequentata da giovani fra i 6 e i 30 anni.

Con lo spettacolo di Verdi riprendono i lavori alla Scala. Questo per la parte artistica, sul versante della governance nei prossimi giorni si chiariranno i tempi e modi degli avvicendamenti ai vertici: l'attuale sovrintendente Alexander Pereira martedì ha accettato l'incarico al Maggio Fiorentino. Il mandato del sovrintendente entrante - Dominique Meyer - doveva partire dalla metà del 2020, ma con buone probabilità si anticiperanno i tempi.

Così come rimane sul tavolo la questione della Cittadella del Teatro alla Scala, prevista in area Rubattino e che dovrebbe ospitare i laboratori del teatro e l'Accademia, ora in ex-Ansaldo.

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