Elezioni Regionali 2018

La "sceriffa" e il prof dell'islam: sinistra tra veleni e riciclati

La scelta di schierare Gori non scalda il popolo Pd In corsa un esercito di 600 candidati a caccia del seggio

La "sceriffa" e il prof dell'islam: sinistra tra veleni e riciclati

Tutti insieme potrebbero riempire l'aula magna di un'università, eppure le sedie su cui vorrebbero sedere si contano sulle dita di una mano. Sono i candidati all'aula di Palazzo Pirelli: 600 almeno per ciascuno dei due schieramenti principali, quello a sostegno di Attilio Fontana e quello a sostegno di Giorgio Gori. Nettamente meno quelli che aspirano ai seggi per il Movimento 5 Stelle e Liberi e Uguali, destinati a essere la terza e quarta forza del parlamentino lombardo. In effetti, se nel 2013 la coalizione a sostegno di Umberto Ambrosoli prese poco più di due milioni di voti aggiudicandosi 21 seggi, qualcosa da allora è cambiato. Si è formato infatti il gruppo Liberi e Uguali, il cui capogruppo Onorio Rosati, corre oggi per la carica di governatore. Balla invece la poltrona dell'ex sindaco di Rozzano, Massimo D'Avolio, che non si è ricandidato: il posto potrebbe essere uno di quelli che si coloreranno di giallo-cinque stelle, oppure andare alla seconda in lista LeU, Rahel Sereke con un passato da attivista nel campo dell'integrazione e con un bacino di voti tutto da dimostrare.

Impegnatissima la macchina del Pd. C'è un podio quasi certo, ma a quattro, in termini di preferenze: Fabio Pizzul, Carlo Borghetti, Pietro Bussolati e Carmela Rozza. Se ci fosse posto per una medaglia anche per il quinto quella potrebbe essere di Alberto Fulgione: in primo luogo perché è in ticket con la popolarissima assessora alla Sicurezza del Comune di Milano, e poi perché è il sindaco di Liscate e candidato dall'area Adda Martesana e con un buon seguito sul territorio, ma soprattutto ha un buon sostegno dell'area del partito che si rifà al ministro Maurizio Martina e al deputato Matteo Mauri. E a proposito di correnti, è sponsorizzata dall'area Andrea Orlando-Gianni Cuperlo, che sul territorio significa l'eterna senatrice Barbara Pollastrini, Simona Piccolo, 37anni referente dell'area di Assago.

Corre per il Bollatese invece Lucia Rocca, avvocato e assessore del Comune dell'hinterland; anche lei è vicina ai «delegati» martiniani sul territorio, ma con un piede nel renzismo. Dal mondo del renzismo viene anche Lorena Croatto, sestese e sesta in lista. È la candidata dem che rappresenta i temi dell'integrazione e delle politiche sociali Nadira Haraigue: italoalgerina e manager di un'azienda energetica. La sua come quella di altri outsider è una campagna basata sulla «freschezza» della comunicazione. Basterà?

Spostandosi verso l'arancione, Lombardia Progressista, la lista dei «pisapiani», ha due nomi veramente spendibili: quello di Chiara Cremonesi, consigliera uscente e candidata a Brescia e Milano e quello di David Gentili, presidente di commissione in Comune a Milan che conta sui voti del mondo dell'antimafia. Curioso ma poco realistico il nome di Luis Orellana, senatore e ambientalista di estrazione grillina, poi passato ai radicali. Si tinge di verde la lista Gori Insieme, civica che aggrega anche i socialisti. Per loro l'obiettivo sono i 130mila voti con cui scatterebbe l'unico seggio possibile. La campagna è a corto di fondi, ma non manca di personaggi interessanti, come il professore di Islamistica della Cattolica, Paolo Branca: 60 anni, consigliere della diocesi per i rapporti con l'Islam, cattolico di ferro, è uno dei massimi esperti di dialogo interreligioso in Italia e ha talvolta espresso posizioni critiche sulla gestione della costruzione della moschea a Milano. Più centrista la lista Obiettivo Lombardia che ha come capolista un ex consigliere milanese del centrodestra, Carmine Abagnale. In un periodo di crisi dei partiti Giorgio Gori punta molto - come d'altra parte anche l'avversario Fontana - sulla lista civica a suo nome. Un ottimo risultato sarebbe raggiungere i quattro seggi occupati all'ex Patto civico per Ambrosoli. Qui ci sono le uscenti Daniela Mainini e Silvia Fossati che nella scorsa tornata portarono un migliaio di voti ciascuna. Fra i nomi interessanti dei «nuovi» c'è il capo delle Acli Milanesi Giamba Armelloni e il giornalista di Telelombardia Stefano Golfari; subito dopo Daniela Colombo, già candidata e prima dei non eletti con Lorenzin alle ultime Europee.

Fanno parte del gruppone di chi tenta il salto da Palazzo Marino al Pirellone Elisabetta Strada, in Lista Gori con le sue 800 preferenze alle elezioni comunali; Paola Bocci e Alessandro Giungi (non rieletto all'ultima tornata) del Pd: in particolare la prima contribuisce alla lotta per l'assegnazione di un ipotetico quinto seggio dem.

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