Cronaca locale

Sciopero dei trasporti: 45 iscritti al sindacato fermeranno tutta la città

Protesta di piccole sigle con finalità politiche ma per l'«effetto annuncio» sarà un incubo

Alberto Giannoni

Sindacati con una manciata di iscritti possono fermare la città con motivazioni politiche. Il rito dello «sciopero generale» si ripeterà fra giovedì e venerdì: l'astensione dal lavoro è stata proclamata da una serie di sigle minori, su una piattaforma poco sindacale e molto politica.

Nell'ultima occasione simile, per l'8 marzo scorso, altre sigle minori (aderendo a una mobilitazione del movimento «Non una di meno», una protesta che fra l'altro minaccia di ripetersi) aveva proclamato l'adesione a uno «sciopero globale» per dire no alla violenza di genere. Stavolta le ragioni dello sciopero non sono meno immaginifiche. La piattaforma indica non solo rivendicazioni sindacali classiche (aumenti di salario e lotta al precariato) ma anche obiettivi politici quali il decreto sicurezza, il jobs act e l'alternanza scuola-lavoro. Sul sito di Atm si dà notizia dello sciopero proclamato da Confederazione unitaria di Base (Cub) e Sindacato generale di Base (Sgb) e si parla di rivendicazioni riguardanti «il salario, il welfare, la rappresentanza nei luoghi di lavoro, i diritti universali, contro le privatizzazioni e liberalizzazioni, per abolizione delle diseguaglianze, per la salute e sicurezza». Vasto programma. In ogni caso, quello che potrebbe essere il primo giorno di ritorno alla normalità del traffico dopo la possibile fine del blocco auto dovuto allo smog, minaccia di trasformarsi in un nuovo incubo, anche a prescindere dall'adesione effettiva che si riscontrerà. Lo sciopero è generale, riguarda tutti i settori del pubblico e del privato, ma ovviamente è nei trasporti che si avvertirà l'impatto maggiore. A Milano, Atm trasporta 1,3 milioni di passeggeri al giorno in metrò e un milione attraverso i mezzi del servizio di superficie. E l'agitazione del personale viaggiante e di esercizio, sia di superficie sia della metropolitana, è prevista dalle 8 e 45 alle 15 e dalle 18 al termine del servizio. Fs precisa che lo sciopero andrà dalle 21 di domani alle 21 del 26 ottobre. Trenord comunica che domani viaggeranno regolarmente i treni già in corsa o con partenza prevista prima delle ore 21 e che arrivano a destinazione entro le ore 22, e venerdì viaggeranno i treni presenti nella lista dei servizi minimi garantiti e che rientrano nelle fasce orarie garantite 6-9 e 18-21.

L'impatto più pesante della protesta sarà quello legato all'effetto-annuncio: le centinaia di migliaia di pendolari che saranno raggiunte dalla notizia del possibile stop, per evitare sorprese e contenere i disagi ripiegheranno sull'auto o su altri mezzi privati, con il prevedibile esito già riscontrato altre volte: un aumento del traffico, dei mezzi di percorrenza dei tragitti e dello smog. Questo effetto prescinderà in parte dall'effettivo successo dello sciopero in termini di adesioni. Nel sciopero dell'8 marzo l'adesione si è fermata al 12%, in quello precedente è arrivata al 15%, mentre un anno fa, allo sciopero del Cub trasporti hanno aderito il 6% degli addetti Atm. Il problema non è il diritto ma l'abuso di micro-proteste politiche, che hanno finalità «promozionali» per le sigle che le proclamano, sono poco partecipate ma comunque dannose per l'utenza. Per questo, commentando i 17 scioperi registrati un anno, il Garante degli scioperi Giuseppe Santoro Passerelli a marzo aveva proposto di rivedere le norme, introducendo una «soglia di rappresentatività» dei promotori. Insomma: si può proclamare uno sciopero se si rappresenta davvero una fetta di lavoratori. Se guardiamo ad Atm, la Confederazione unitaria di base conta 40 iscritti, mentre il Sgb, che al Cub è federato dopo la spaccatura dell'Usb, conta «poche unità» iscritte, come confermano al sindacato. Qualcuno dice solo 2. «Non conta l'iscrizione - dicono dal sindacato - ma l'adesione, anche di iscritti ad altre sigle.

Comunque rispetteremo le fasce di garanzia».

Commenti