Cronaca locale

Scola denuncia: «Impossibile affidare impieghi socialmente utili ai migranti»

E annuncia: «Pensiamo di dare come dono al Papa 55 case per bisognosi»

Sabrina Cottone

«Gesù partiva sempre dal bisogno, così anche noi cerchiamo di partire dal bisogno» dice il cardinale Angelo Scola, presentando la terza fase del Fondo famiglia lavoro. Con un nome nuovo: «Diamo lavoro». Rispetto al passato è aumentato «il coinvolgimento del mondo dell'impresa», con Assolombarda, Confcommercio, Confartigianato, solo per citare le sigle più laiche.

Inevitabile parlare dei migranti e della difficoltà di dar loro la possibilità di essere attività attraverso i lavori socialmente utili. Scola denuncia: «Sono stati fatti timidissimi passi per affrontare un problema che grida vendetta al cospetto di Dio. Le nostre burocrazie impediscono l'inserimento di queste persone. Noi stessi chiesto a un istituto di sostentamento del clero di impiegare queste persone per pulire i boschi, perché ci sono molti terreni agricoli e la burocrazia ha impedito. La burocrazia è peggio della finanza. È inaccettabile». Da qui - argomenta lui - nascono molte diffidenze dei lombardi verso gli immigrati: «Inutile poi lamentarsi che il nostro popolo, che non è affatto razzista, reagisca come reagisce».

L'Arcivescovado lavora anche alla preparazione del viaggio del Papa a Milano, in programma per il 25 marzo 2017. E il cardinale Scola anticipa anche il regalo molto concreto che la Diocesi intende fare a Francesco. Niente quadri, stampe antiche o argenteria d'epoca. «Il dono che faremo al Papa è la ristrutturazione di cinquantacinque appartamenti realizzati dalla Fondazione San Carlo della Caritas» spiega Scola. L'idea è che sia il Papa stesso a dare in mano le chiavi dei nuovi appartamenti a queste famiglie in attesa della casa o che comunque la cerimonia avvenga alla sua presenza. Le 55 case fanno parte di un lotto di 305 appartamenti sfitti, presenti nei condomini del Comune stralciato dall'elenco Erp (Edilizia residenziale pubblica) dalla Regione Lombardia. La Diocesi ha da tempo vinto un bando per ristrutturarli ma c'erano stati anche in questo caso freni burocratici.

In ogni caso, come illustra il direttore della Caritas, Luciano Gualzetti: «L'ipotesi è che il Papa passi in uno di questi quartieri di degrado e credo che sarebbe felice di dare le chiavi alle famiglie».

Tra le categorie in difficoltà ci sono i giovani ed è anche a loro che è rivolta l'iniziativa di «Diamo lavoro». dureranno da tre a sei mesi e ogni tirocinante riceverà un borsa dai 400 euro mensili in su. «Esperti del lavoro» valuteranno i profili e i percorsi formativi, insieme ai rappresentanti indicati dalle associazioni imprenditoriali in base anche alle necessità del mercato. Le difficoltà sono grandi: «Sarà la prima generazione di giovani a stare peggio dei padri».

Scola spiega il coinvolgimento di esperti, imprenditori, artigiani, negozianti: «Il lavoro nasce nelle relazioni e la relazione costruttiva ha bisogno di interlocutori validi, realisti nel superare le storture del mercato, soprattutto nel rapporto contraddittorio tra finanza e produzione, uno dei principali ostacoli alla giustizia».

I primi fondi disponibili sono 500mila euro.

Commenti