Cronaca locale

Sedicimila anziani in cerca di un posto nelle case di riposo

Aumentano i posti a disposizione, ma anche le liste di attesa: in coda ci sono 5mila persone in più dell’anno scorso Contro il fenomeno della tripla prenotazione, la Regione sta pensando a un centro unico di smistamento domande

Sedicimila anziani 
in cerca di un posto 
nelle case di riposo

Nelle residenze per anziani in Lombardia sono aumentati il numero dei letti (1300 in più), le tariffe ma soprattutto le liste d’attesa. Tanto che, rispetto all’anno scorso, si calcolano 3.585 persone in più in coda per un posto. E ci vogliono oltre sei mesi per riuscire a entrare in un istituto. Le domande sono passate da 44.695 a 48.280. Considerando che solitamente le famiglie contattano in media tre case di riposo, le richieste reali risultano 16mila. E si tratta, nella maggior parte dei casi, di persone over 85 anni, che hanno bisogno urgente di assistenza quotidiana. Solo per fare qualche esempio: al Pio Albergo Trivilzio i posti letto sono 714 e in attesa di entrare ci sono 59 persone. Nella casa famiglia Monsignor Testa i posti letto sono 139 e, causa over booking, in coda ci sono 186 anziani. Per entrare nella rsa Don Guanella stanno aspettando il 173. Cento in coda per la San Giuseppe. La stessa situazione si registra fuori Milano: in duecento sperano nella telefonata dell’ufficio accettazione dell’istituto Biraghi di Cernusco; alla casa di riposo Bellora di Gallarate le richieste sono più del doppio dei posti letto a disposizione; alla Provvidenza di Busto Arsizio i posti letto sono 335 e gli esclusi 210.
Cifre impressionanti che, nella maggior parte dei casi, nascondono un forte disagio delle famiglie e reali difficoltà nell’assistenza. «I posti a disposizione nelle residenze per anziani - spiega l’assessore lombardo alla Famiglia e solidarietà sociale Giulio Boscagli - sono 56mila, di più di tutto il resto d’Italia messo assieme. In questi posti letto ruotano 78mila persone nell’arco di un anno». L’obbiettivo che la Regione Lombardia si è prefissata è creare posti nelle Rsa per 63mila anziani (il 7% della popolazione over 75). «Siamo quasi arrivati al risultato - conferma Boscagli - con posti per il 6,53% degli anziani».
Tante famiglie milanesi, anziché rassegnarsi ad aspettare mesi e mesi per piazzare il nonno in un istituto vicino a casa, ripiegano sulle case di riposo fuori città. «Stiamo registrando uno spostamento verso la provincia - conferma Elena Lattuada, segretaria Cgil Lombardia - dove i posti letto in rapporto alla popolazione anziana risultano essere di più. Pertanto le liste d’attesa sono più brevi». Ci sono parecchie famiglie che inoltrano richiesta anche fuori Lombardia, contattando le case di risposo di Piemonte e regioni limitrofe pur di accorciare i tempi.
Per gestire meglio le richieste di assistenza nelle rsa, il Pirellone sta studiando un centro unico di prenotazione, proprio come per l’emergenza-urgenza. In questo modo le famiglie eviteranno di mettersi in fila in tre case di riposo e le liste d’attesa saranno reali e più semplici da smistare nei vari istituti.
Nei prossimi anni inoltre si punta ad aumentare l’assistenza a domicilio degli anziani per ridurre il numero dei ricoveri in ospedale, spesso evitabili. Ad oggi gli over 75 rappresentano il 22% dei ricoveri e il 28% della spesa sanitaria. «Siamo di fronte a una situazione - sostiene Boscagli - che richiede un cambiamento nel concepire i servizi alla persona, ampliandoli e diversificandoli.

Calcoliamo infatti che entro il 2015 la popolazione sopra i 65 anni arriverà tre milioni, un milione in più rispetto ad oggi».

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