Cronaca locale

Segnala furti in ditta: accusato di stupro

Operaio assolto perché il fatto non sussiste. Il gip: "Ora s'indaghi sulle false dichiarazioni"

Segnala furti in ditta: accusato di stupro

L'anno scorso, proprio di questi tempi, gli è caduto il mondo addosso. Egiziano, 58enne, marito e padre di quattro figli, nonché da 13 anni lavoratore modello per una ditta che fornisce materiale per la ristorazione a bordo treno, Abdelnabbi S. è stato denunciato per molestie sessuali da sue due colleghe che, davanti alle forze dell'ordine, si sono persino dilungate fornendo i dettagli più scabrosi sul comportamento dell'uomo. Alle due donne subito dopo se ne sono aggiunte altre quattro che, pur non rivolgendosi alle forze dell'ordine, gli hanno mosso accuse altrettanto gravi. Così quest'uomo che non aveva mai avuto problemi con la giustizia, è stato licenziato in tronco.

«In realtà le accuse, come ha stabilito il processo, costituivano solo fango, congetture create ad hoc per impaurire il mio cliente e giustificarne il licenziamento immediato e l'allontanamento dall'azienda per cui lavorava, riducendolo sul lastrico: la sua vicenda verrà sottoposta anche al tribunale del lavoro» spiega Debora Piazza, legale di Abdelnabbi. Piazza è reduce infatti da una sentenza di primo grado con cui il gip Luigia Fioretta del tribunale di Milano assolve l'egiziano perché il fatto non sussiste rinviando gli atti processuali alla Procura affinché si indaghi sia sulle false dichiarazioni rese dalle sue colleghe che sui furti in azienda da lui stesso segnalati. Si perché tutta questa vicenda surreale è frutto di un'operazione calunniosa ordita ai danni di Abdelnabbi dopo che, nel maggio dell'anno scorso, l'operaio ha segnalato ai vertici romani dell'azienda per cui lavorava di essere a conoscenza della sparizione illegale - avvenuta con il benestare dei suoi diretti superiori milanesi, due nordafricani - di materiale solo in teoria destinato al principale cliente della ditta, un colosso dei trasporti ferroviari, in realtà ceduto in maniera truffaldina a un'azienda rifornitrice del suo diretto concorrente.

I referenti della Capitale mostrano di approvare la lealtà dell'operaio egiziano che però da quel momento comincia ad essere colpito, proprio dai nordafricani coordinatori della sede milanese dove lavora e che lui accusa del furto di materiale, da minacce e da provvedimenti disciplinari che mai prima aveva ricevuto. In agosto la situazione in azienda si fa incandescente dopo che, in arabo, l'uomo scrive sul proprio profilo Facebook: «Grazie a Dio Onnipotente sono riuscito a impedire che avvenisse il furto nel posto di lavoro durante il mio turno, ma quando mi trovo lontano so bene che il furto ci sarà». Venti giorni dopo Abdelnabbi viene denunciato dalle colleghe per le molestie sessuali e un mese e mezzo più tardi licenziato.

«Ora però quest'uomo così ingiustamente accusato potrà riscattarsi» conclude l'avvocato Piazza.

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