Cronaca locale

Sempre più mamme vittime di droga Alla Mangiagalli una ventina l'anno

La giovane ucraina ha riconosciuto il bimbo e vuole tenerlo

Sempre più mamme vittime di droga Alla Mangiagalli una ventina l'anno

Stanno tutto sommato bene la mamma ucraina di 28 anni che nella notte tra domenica e lunedì ha dato alla luce, quasi da sola, il suo piccolo nella cascina diroccata di via Orwell, luogo di accoglienza tra compagni di viaggi nel tunnel della droga. A due passi dal boschetto di Rogoredo, tra le siringhe, l'immondizia, e qualche materasso buttato per terra. Ora entrambi verranno ricoverati al puerperio della Mangagalli, seguendo un percorso di disintossicazione. La giovane donna, al momento apparentemente sola, ha riconosciuto il figlio, ha registrato la nascita all'anagrafe e ha fatto richiesta per tenere il bimbo con sè. Il Tribunale dei minori ora dovrà valutare se accettare la richiesta di protezione formulata dalla madre o meno.

La donna avrebbe detto di avere diminuito l'uso di droga da quando aveva scoperto di essere incinta, ma è anche vero che il bambino, che è stato ricoverato in terapia intensiva, pare abbia avuto una piccola crisi di astinenza per via delle sostanza che gli sono passate nel sangue durante la gestazione. Non solo, molto spesso i figli di madre tossicodipendenti rischiano di contrarre infezioni, come Hiv, l'epatite C o B o altre. Sono tre i punti di lavoro per l'equipe dei medici della clinica Mangiagalli: il bambino che va curato, nelle eventuali infezioni ma anche portato alla disassuefazione dalle sostanze passategli attraverso la placenta, i servizi territoriali per le dipendenze e il Tribunale dei Minori che gestisce poi il percorso di vita di madre e figlio. Recentemente una donna, per esempio ha fatto nascere proprio in Mangiagalli il suo bambino e poi l'ha abbandonato, plausibilmente per continuare a fare la vita di prima, «così come capita che ci siano donne e uomini, ragazze e ragazzi che emergono dal buio della dipendenza nel momento in cui chiedono aiuto in ospedale o vengono ricoverati in pronto soccorso per qualche crisi e che spariscono così come sono arrivati» raccontano dal Policlinico. Così a volte si mettono di mezzo le famiglie, come il caso di una ragazza di Melegnano, tossicodipendente, scappata di casa per rapporti conflittuali con la famiglia, ricomposti grazie all'intervento del Tribunale.

In Mangiagalli si contano circa una ventina di casi l'anno di madri tossicodipendenti da varie sostanze, ma il fenomeno è chiaramente in aumento. La clinica Mangiagalli d'altronde è punto di riferimento per le problematiche connesse alle tossicodipendenze: fiore all'occhiello il reparto di Patologia della gravidanza, così è centro di riferimento regionale per infettivologia nella gravidanza. La terapia intensiva neonatale è il reparto più importante di Italia e uno dei più rilevanti in Europa, il Policlinico è anche l'unico ospedale in Lombardia ad avere anestesia e rianimazione pediatrica strutturata.

Tutti i reparti per la gestione delle dipendenze afferiscono all'Asst San Paolo, punto di riferimento regionale.

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