Cronaca locale

Sesto, Di Stefano e i centristi sono a un passo dall'accordo

Incontri e contatti con Caponi e il suo cartello civico Il candidato di centrodestra: «Fra noi priorità comuni»

Alberto Giannoni

Fumata grigia, ma il lavoro è partito. Contatti e incontri si susseguono, a Sesto San Giovanni, fra il centrodestra di Roberto Di Stefano e il cartello civico centrista di Gianpaolo Caponi.

A Monza, il più popoloso fra i tre capoluoghi di provincia al voto, il quadro è molto più politico. E più mature sono le condizioni per un apparentamento fra Dario Allevi e Pierfranco Maffè. Già arrivato il via libera di «Lombardia popolare» (ex Ncd), che ha sostenuto la corsa del medico (arrivato al 5,2% con 2.540 voti), oggi anche Energie per l'Italia di Stefano Parisi dà la sua benedizione: «Sicuramente col centrodestra» dicono dal movimento del candidato sindaco a Milano 2016. Ieri Maffè ha riunito i suoi, ma la fumata bianca è molto vicina.

Fumata grigia, per ora, a Sesto, dove Di Stefano e Caponi si sono incontrati martedì sera. Nell'entourage del candidato di centrodestra si ostenta una certa sicurezza. «Basi solide» per un accordo, che nascerebbe da valori condivisi e da una comune opposizione all'amministrazione della sinistra. Si sta lavorando insomma. Dopo il voto di domenica, che lo ha visto arrivare fino al 24,2% (600 voti in meno di Di Stefano, che ha chiuso al 26%) Caponi ha mostrato legittima soddisfazione: «Samo orgogliosi di poter rappresentare un quarto dei sestesi» ha detto, annunciando l'appuntamento fissato per ieri sera: «Nei prossimi giorni - ha detto - dopo una riunione plenaria con i candidati e i nostri militanti, in trasparenza e pubblicamente come ci appartiene, daremo conto delle nostre posizioni politiche per il futuro di Sesto San Giovanni e le intenzioni di voto per il prossimo 25 giugno». Fra gli elementi in discussione, segnali di forte discontinuità con il sindaco uscente, Monica Chittò.

Di Stefano mostra ottimismo. E sulla discontinuità ci va a nozze: «Chittò e le forze che la sostengono - dice - sono ovviamente garanzia di continuità. In questa città si è misurato il fallimento del Pd, che amministra Sesto come una periferia, la tratta come un satellite di Milano, come dimostra anche il sostegno del sindaco Beppe Sala, di cui finora a Sesto avevamo avuto notizia per il tentativo di portare via da qui, e a Milano, l'agenzia del farmaco e parte della città della salute. In questi anni a Sesto non si è aperto un cantiere, lo sviluppo è bloccato. Per noi e anche per Caponi le priorità sono diverse. La lotta al degrado, la sicurezza».

Sala proprio oggi sarà a Sesto, alle 18,30 al fianco del sindaco Pd. Dal ballottaggio, invece, si chiama fuori il Movimento 5 Stelle: «Come noto - hanno detto ieri ufficialmente i grillini - il sistema delle coalizioni non ci premia, ora però bisogna affrontare responsabilmente il ballottaggio, appuntamento importante per tutta la cittadinanza.

Il Movimento 5 Stelle, che non farà alcuna alleanza, non darà alcuna indicazione di voto».

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