Cronaca locale

Sfratto a Expo Gate «Deturpa la piazza»

Un circolo del Pd lancia la petizione on line «Il Comune si impegni a smontarlo a fine evento»

Non ha fatto in tempo a sorgere che è stato abbattuto, almeno dall'opinione pubblica. Dalla gente comune, dai critici d'arte e architetti, da turisti e gente di passaggio e dagli stessi consiglieri comunali. Stiamo parlando dell'Expo Gate, la porta virtuale all'esposizione universale in via Beltrami. E dire che Alessandro Scandurra, vincitore del concorso di progettazione bandito dalla Triennale, ha sbaragliato architetti come Cino Boeri, Italo Rota, Mario Bellini e Cino Zucchi con la sua struttura a doppia piramide trasparente. Circa una settimana fa anche i consiglieri di maggioranza e opposizione hanno bocciato il simbolo di Expo in città: «la cosa più brutta che abbia mai visto» per il presidente della commissione Ambiente Carlo Monguzzi (Pd), «un obbrobrio di cui avere disgusto se si abita lì davanti» per Elisabetta Strada della lista Civica X Pisapia. «Uno stendi panni» per Marco Valerio Bove (Fi), «mostruosi» per il vicepresidente del consiglio comunale Riccardo de Corato.

Bene, ora anche il Pd con il circolo Città mondo lancia in rete il suo guanto di sfida. Qualche giorno fa infatti gli iscritti della sezione fondata da Stefano Boeri, ex assessore alla Cultura del Comune con delega a Expo, che ha firmato tra l'altro il masterplan del sito espositivo, ha lanciato una raccolta firme on line per chiedere a sindaco e giunta «che venga preso pubblicamente l'impegno, alla fine di Expo, di spostare immediatamente le strutture a cuspide da piazza Castello, ripristinando la piazza come in origine e inglobandola nei progetti di sistemazione dell'area pedonale». I milanesi rispondono: sono già 600 le firme raccolte in pochi giorni.

Le motivazioni? «Si sono sollevate molte critiche per la sua totale dissonanza dal contesto nella quale è stata inserita, ma soprattutto per la sua dubbia utilità. Vale la pena ricordare che il progetto originario prevedeva l'unione delle 2 strutture per creare uno spazio coperto per eventi. Il risultato finale ha invece lasciato sulla piazza due costruzioni non comunicanti, con spazi interni ridotti e scarsamente fruibile uno “shop corner” zeppo di gadget dove si fatica a trovare qualcosa di milanese».

In gioco c'è molto di più: non solo l'immagine di Milano nel mondo, ma soprattutto l'assetto architettonico di piazza Castello. Obiettivo della petizione: sventare il pericolo che la doppia piramide di vetro e acciaio diventi permanente. Si sentono voci sulla decisione segreta di costruire delle fondazioni per la struttura in modo che diventasse permanente, «il sindaco smentisca», la richiesta del Pd. «Trasformare da temporanee a stabili le strutture tubolari di piazza Castello significherebbe deturpare in modo definitivo una della piazze simbolo, proprio mentre prende vita la nuova isola pedonale.

Ci facciamo promotori di questa raccolta di firme per evitare la deturpazione definitiva di una parte storica di Milano».

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