Cronaca locale

Si accascia Runner salvato da medici maratoneti

Si accascia Runner salvato da medici maratoneti

Per lei era la quarta Stramilano, per loro la prima. Sara, infermiera del Pronto Soccorso del San Carlo, corre per passione, Michele, anestesista dell'Humanitas di Rozzano correva la sua prima maratona con la compagna, Bedrana, anche lei anestesista all'ospedale di Legnano. Ieri in città si è tenuto il tradizionale appuntamento, giunto alla 48esima edizione, della gara podistica, con un numero record di iscritti, oltre 60mila. In settemila correvano la 21 chilometri, "la mezza" competitiva. Al quindicesimo chilometro, superato il carcere di San Vittore si sente urlare «Un medico! Un medico!». Sara si ferma, davanti a lei un uomo di cinquant'anni è riverso a terra, vomita, poi perde i sensi. Per lei, che da 25 anni lavora in Pronto soccorso, è chiaro quello che sta succedendo. Arresto cardiaco, anche se non ha visto la dinamica dell'incidente. I presenti riferiscono solo che l'uomo è caduto e ha battuto la testa. Per puro caso, sta correndo dietro di lei la coppia di anestesisti, uniti dal giuramento di Ippocrate e dalla passione per la corsa.

Chiamati i soccorsi, iniziano a praticare il massaggio cardiaco. «L'ambulanza e l'auto medica, per fortuna, sono arrivate tempestivamente sul posto» racconta. Grazie alle manovre e al defibrillatore, arrivato con l'auto medica, e alla straordinaria e immediata collaborazione tra Sara, Michele, Bedrana e lo staff medico, si riesce a rianimare il paziente, che viene portato al Policlinico. In serata si saprà che il cinquantaduenne stava bene ed era cosciente.

Una volta che l'ambulanza riparte, i tre si guardano, «finiamo la gara». A quel punto sono gli ultimi partecipanti, è passata almeno mezz'ora, ma da sportivi vogliono arrivare al traguardo. Così finiscono la loro straordinaria gara, per Sara la quarta StraMilano, per la coppia, la prima. Indimenticabile per tutti e tre. «I vigili ci hanno scortato fino al traguardo in piazza Castello, lo speaker quando ci ha visti arrivare - racconta l'infermiera runner - ci ha annunciati». Il passaparola ha corso tanto veloce quanto i loro soccorsi.

Sara si fa consegnare una medaglia anche per il maratoneta ricoverato. L'amicizia nata in un'esperienza straordinaria, che vede mescolarsi sudore, vocazione medica e sportiva, allenamenti, centinaia di ore di ospedale alle spalle, e una capacità di intesa eccezionale, nasce con dei numeri di telefono scambiati e proseguirà certamente con la consegna, da parte dei tre angeli, della medaglia al runner ricoverato. «È stato veramente bello» conclude Sara.

Cosa è successo? Si sente di dare un consiglio a chi corre? «Non conosco ancora la dinamica dell'incidente, ma sono cose che accadono.

La gara era agonistica e quindi l'uomo, come tutti i partecipanti, si era sottoposto alla prova da sforzo e alla visita medico sportiva».

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