Cronaca locale

Il sindaco batte cassa: "Da Salvini e Di Maio soldi per M5 a Monza"

Sala: Milano sarà antipatica ma funziona Non temo ripercussioni da governo M5S-Lega

Il sindaco batte cassa: "Da Salvini e Di Maio soldi per M5 a Monza"

«Battevo cassa con i governi di centrosinistra e continuerò a farlo». É il benvenuto del sindaco a Matteo Salvini e Luigi Di Maio che hanno scelto Milano (e in particolare gli uffici del Movimento 5 Stelle al Pirellone) per proseguire il confronto sul programma di governo. Era il 23 gennaio, un mese e mezzo prima del voto, quando in effetti il ministro uscente Graziano Delrio arrivò a Palazzo Marino e Beppe Sala gli chiese «100 milioni di euro in più dallo Stato per allungare la M5 fino a Monza». Il governo aveva già garantito il 60% dei costi per l'opera ma «visti i conti i lavori si aggireranno intorno a 1,2 miliardi, quindi servono almeno 800 milioni di fondi statali, il 70%». E ieri ha manifestato in anticipo la richiesta ai leader di M5S e Lega che «non hanno insieme l'esperienza necessaria per far bene, fare un governo non sarà facile - ha premesso - ma questa è la mia opinione ma quella degli italiani è stata diversa, ha assegnato loro potenzialmente insieme la maggioranza quindi ora è giustissimo che ci provino e gli altri non li ostacolino, lasciamoli lavorare». Giudica inoltre «non casuale» la scelta di proseguire le trattative sul patto di governo proprio a Milano, «la prima tematica che dovrà affrontare il futuro governo è far di conto e posizionare il nostro Paese sullo scenario internazionale, e Milano è un riferimento». Di più, «non temo ripercussione negative sulla città da un governo giallo-verde, nessun governo può fare a meno del valore che Milano oggi esprime. Sarà forse antipatica, ma funziona». Battuta quest'ultima che è una replica a distanza al patron di Eataly Oscar Farinetti che ieri sul palco del Salone del Libro di Torino lo ha definito «straordinario e improducibile», aggiungendo che «non è il caso di contrastarlo in nessun modo. Al mio amico e ottimo sindaco Sala e agli organizzatori di Tempo di Libri dico che il vero Salone del libro è questo, e forse non era neanche il caso di organizzare Milano Food City mentre a Parma si tiene Cibus, forse è bene rispettare la storia e le competenze senza pestarsi i piedi». Sala ribatte che «Farinetti è un genio ma perchè devo rispondergli sul salone del libro, cosa c'entra? E Cibus è un evento fieristico, la settimana del food invece coinvolge la città. Poi il rischio di essere antipatici c'è, ma cerchiamo di fare quello che riteniamo giusto e di offrire al resto del Paese quello che abbiamo imparato».

E il «modello Milano» è un insegnamento che vuol girare anche al futuro governo. Dal palco di un convegno promosso dal consigliere della lista Sala Franco D'Alfonso, già «ideologo arancione di Pisapia» che ha proposto ieri un «congresso e un partito della città» a forte trazione civica, Sala ha spiegato come funziona questo modello: «convivenza tra efficienza-competitività e solidarietà» e «lavorare su tempi lunghi e con spirito di collaborazione». «Non ho nessun preconcetto contro il reddito di solidarietà - premette - ma mi chiedo se chi lo sostiene premierà allo stesso modo chi farà la propria parte per creare sviluppo e infrastrutture. Se fanno il reddito e garantiscono i fondi per portare la linea 5 della metropolitana a Monza al Comune di Milano, che già versa alle casse dello Stato 110 milioni all'anno per il fondo di solidarietà, nulla in contrario.

Se i conti però non tornano, da sindaco batterò cassa».

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