Cronaca locale

La sinistra maschera le tasse col «patto fiscale»

L'ultima trovata del centrosinistra? Il «patto fiscale» con i milanesi, per alleggerirli dalle imposte che loro stessi hanno aumentato. Solo le tasse sulla casa sono passate dai 303 milioni del 2010 dell'amministrazione Moratti a 776 milioni del 2014, con un aumento pari al 154%. Questo il gioco da prestigiatore, facile da smascherare, estratto dal cilindro dal segretario del Pd Pietro Bussolati, come riportava ieri La Repubblica. La proposta è quella di una tassa unica che metta insieme quel che resterà dell'imposta sulla casa e la spazzatura, per far fronte all'eventuale abolizione della tassa sulla prima casa, annunciata dal premier Renzi. «Trovo veramente pazzesco che dopo aver tartassato i milanesi in tutti i modi, la giunta Pisapia pensi di prendere in giro i milanesi in questa maniera - attacca Daniela Santanché, deputata di Forza Italia eletta in Lombardia - parlando di patto fiscale. È evidente che gli arancioni, che sono già in campagna elettorale, stanno cercando di rimediare ai loro punti deboli: tasse e sicurezza. Dopo aver chiesto che i militari di Expo rimangano in città, ora parlano di patto fiscale».

«Va dato atto al Pd milanese (che non brilla per coerenza e memoria storica) - attacca Mariastella Gelmini, coordinatrice regionale di Forza Italia - di essere dotato di uno spiccato senso dell'umorismo. Ora scimmiottando il premier, s'inventa il “patto fiscale” per la Milano del 2016: un semplice accorpamento di tasse per mascherare meglio gli aumenti. Un modo poco elegante per affondare i cinque anni di Giuliano Pisapia». Gelmini ricorda gli aumenti della Cosap, l'introduzione della tassa di soggiorno, l'aumento della tariffa della sosta, solo per fare degli esempi. «Perché non trasformiamo Milano in una città tax free? è ora di finirla di prendere in giro i milanesi propinando fumo negli occhi per coprire cinque anni di aumenti stellari».

«Sentir parlare il segretario cittadino del Pd Bussolati di patto fiscale con i milanesi per la riduzione delle tasse, mentre ha già pronta la local tax che riunisce Imu e Tasi, suona davvero come un paradosso - ironizza il coordinatore cittadino di Forza Italia Giulio Gallera -. Con Pisapia e la sua giunta, l'aliquota Tasi a Milano è arrivata a livelli massimi, a fronte di servizi molto lontani dall'essere efficienti». Ma oltre alla tassa sulla casa, cresciuta appunto del 154%, Gallera mette in fila «i ritocchini» alle imposte locali deliberate dagli arancioni: dall'aumento dei biglietti dei mezzi (+ 50%) e conseguentemente degli abbonamenti, all'aumento della sosta in centro (+50%), l'ingresso ai musei civici (+80%), le tariffe per gli impianti sportivi (+ 50%), la tassa di occupazione di suolo pubblico, cresciuta del 60%, le spese cimiteriali per le inumazioni (+30%).

Lupa Lepore, consigliere comunale della Lega, smaschera il trucchetto ideato dall'assessore al Bilancio e neovicesindaco Francesca Balzani: «È chiaro che il Comune non può più aumentare le aliquote perché le ha portate già al massimo, dall'altra parte il governo ha parlato chiaramente di una revisione del catasto, per adeguarlo ai prezzi di mercato, (+60%). Il conto è presto fatto: avendo le aliquote al massimo, ma aumentando il valore catastale si genera automaticamente un aumento di gettito senza introdurre nuove imposte. E la tassa sulla casa rappresenta un'entrata sicura per il giugno 2016, una sorta di esproprio del patrimonio a prescindere dal reddito, che garantisce margini di spesa adesso.

Comodo amministrare così».

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