Cronaca locale

Il soccorso al sindaco del Comitato per la legalità

Luca Fazzo

Il «Comitato per la legalità» di Palazzo Marino aveva soccorso il sindaco già in un'altra circostanza scomoda, quando si doveva trovare il modo migliore per cacciare il comandante dei vigili Antonio Barbato, incappato nelle intercettazioni di una inchiesta antimafia: venne confezionato un parere che definiva Barbato incompatibile con la sua carica, e a quel parere Beppe Sala si appoggiò per spedire il capo dei ghisa ad occuparsi d'altro. E ieri il Comitato fornisce un altro aiuto al primo cittadino, divulgando un parere (non richiesto, a quanto pare) sulla situazione in cui viene a trovarsi Sala stesso, imputato di falso nel processo che inizierà il 20 febbraio.

Come deve comportarsi, nel frattempo e lungo tutto l'arco del processo, il sindaco? Semplicemente rimanere al suo posto, rispondono all'unanimità «dopo ampio e approfondito confronto» i quattro membri del Comitato (tutti nominati, va ricordato, proprio da Beppe Sala), presieduto da Gherardo Colombo (nella foto): perché, scrivono, le accuse al sindaco riguardano il periodo in cui non era ancora sindaco, e poi i magistrati hanno dimostrato di essere divisi e altalenanti nella gestione dell'inchiesta. Tutto vero, si badi.

Resta il fatto che per la seconda volta il Comitato cava le castagne al sindaco, in una singolare alternanza di decisioni: mano dura per Barbato, che non era sotto processo e nemmeno indagato; apprezzabile garantismo per Sala, sotto inchiesta e anzi sotto processo.

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