Cronaca locale

Soldi e poteri col contagocce Quartieri contro il Comune

Riforma a metà: tutto passa ancora da Palazzo Marino Accuse: «Vecchia burocrazia». E idee: «Entrate dirette»

Soldi e poteri col contagocce Quartieri contro il Comune

Scarsi poteri, poche risorse umane, pochissimi soldi. I Municipi non sono soddisfatti. Il sindaco Beppe Sala venerdì riunisce la giunta al Gratosoglio, una delle molte periferie difficili. È già successo con la prima seduta dell'era Sala, ma non è questo che vogliono i quartieri. Vogliono contare di più. E non solo nella partita chiave della sicurezza. Il Comune ha messo nero su bianco in un regolamento le funzioni dei municipi, che vanno dalla «a» alla «s», ma un conto è la carta e un conto è la realtà. «Una riforma monca» dice il presidente del municipio 2, Samuele Piscina.

L'accusa che arriva dalla periferia al centro (Palazzo Marino) è molto chiara: avete solo cambiato nome alle vecchie, care e un po' inutili Zone. Anzi, peggio perché l'elezione diretta dei presidenti ha creato nei cittadini aspettative enormi, che si scontrano con le pochissime funzioni concretamente delegate ai municipi. I cittadini chiedono (giustamente) molto, le ex Zone possono ben poco, se non segnalare ai Comuni. Oggi una biblioteca di quartiere viene ristrutturata dal Comune. Ma non solo. I municipi non possono indirizzare il lavoro dei comandi dei vigili, o decidere su un senso unico, o sistemare una strada o realizzare un'aiuola. «L'apparato burocratico comunale continua a voler accentrare tutto - dice uno dei presidenti più attivi, Marco Bestetti (municipio 7) - da ormai un anno invochiamo personale che non arriva, chiediamo invano di poter esercitare le funzioni che ci spettano e di snellire procedure che invece vengono complicate sempre più». Bestetti evoca la «burocrazia borbonica e la politica incapace». E, come Piscina, spiega il blocco della riforma anche con la vittoria - ai punti - del centrodestra un anno fa, nell'elezione diretta dei nove presidenti che è scattata con un quorum abbassato al 40% grazie a un'intuizione di cui il centrodestra ha beneficiato.

Esclude ragioni di «faziosità politica» invece un collega di centrosinistra, Simone Zambelli, al secondo mandato al municipio 8. «Le competenze sono ancora limitate ad alcuni ambiti - ammette - qualcosa sull'arredo urbano, l'aggregazione, una parte della manutenzione straordinaria, il verde. E dal punto di vista del budget si è aggiunto un capitolo nuovo, le iniziative culturali. Bisogna proseguire, certo, non è sufficiente ma ci sono ancora quattro anni. Ora è stato attivato anche l'Osservatorio sul decentramento». Per altri, l'Osservatorio fermo dopo quasi un anno è al contrario un segnale di lentezza. «Lavoriamo così - rivela un consigliere con incarico istituzionale - si fa votare un provvedimento, ci si fa sentire e poi forse il Comune fa. Ma sono cose non vincolanti. Hanno cambiato nome alle Zone, con la differenza che ora abbiamo delle responsabilità. La gente conosce il nostro numero e chiama noi, non un assessore comunale. Io passo due ore al giorno solo a smistare le mail di segnalazione perché, come gli assessori, non posso neanche avvalermi dell'assistenza di un impiegato. Ma intanto costiamo di più». Fra assessori e presidente del Consiglio si sono aggiunte quattro figure, con relative indennità. «Non grandi cifre - certo - anzi, se avessimo poteri veri saremmo sottopagati. Ma dovendo gestire budget miseri costano più le indennità del budget, quando abbiamo proceduto per dodicesimi per la mancanza di un bilancio, il Municipio poteva spendere 6-7mila euro al mese. La benzina quindi costava più della macchina». Ma anche per Zambelli il problema non è l'indennità: «Facciamo 2 sedute al mese, prima 4. Le indennità nei Municipi costano la metà di quelle delle Zone. Gli assessori hanno tutti un lavoro e quindi percepiscono la metà. Anch'io o il mio assessore che prende 500 euro di cui la metà va al partito. Un consigliere è sui 300 euro».

Funzioni e risorse, i problemi sono questi. Una manciata di addetti del Comune e con tetto agli straordinari e blocco del turn-over il personale insufficiente, proprio come il budget.

«Servono entrate dirette - avverte il leghista Piscina - sono già previste: il canone di occupazione degli orti, l'affitto degli spazi multiuso e altri, ma con la ragioneria unica questo ma accadrà mai».

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