Cronaca locale

«Solo con la comicità si combatte l'ipocrisia»

Emilio Solfrizzi debutta in «Sarto per signora» di Feydeau: «Una commedia controcorrente»

Ferruccio Gattuso

Uno spartito sulla scena, ecco cos'è il teatro di Georges Feydeau. Lo spiega bene Roberto Toni, produttore di «Sarto per Signora», spettacolo che avvia la stagione di prosa al Teatro Manzoni da questa sera al 30 ottobre: «Non a caso l'autore francese stabiliva con precisione da compositore musicale l'apertura di ogni porta, e il tempo di ogni singola battuta. Amava controllare ogni minimo aspetto della sua macchina. Perché il suo teatro era una perfetta macchina fatta di comicità, ma anche di bellezza, grazia e intelligenza». Adattato e diretto da Valerio Binasco, con Emilio Solfrizzi principale protagonista in una nutrita compagnia, «Sarto per Signora» è un perfetto esempio di quel teatro leggero abile a smascherare le piccole ipocrisie della buona società a Feydeau contemporanea. Ma siccome quelle ipocrisie sono ancora qui tra noi e ci combattono benissimo , la validità di una piéce come questa resta intatta: nella riscrittura di Binasco la collocazione temporale viene rarefatta, portandoci in una Parigi dove solo il protagonista indossa abiti d'epoca. La storia è quella, nota, del fresco sposo Moulineaux, eroticamente attratto dalla prosperosa Suzanne (Lisa Galantini), rispettabile «signora» che il Nostro può raggiungere solo mascherandosi da sarto. Un sarto può entrare e uscire in camere precluse a tutti gli altri, il sarto è insomma un bel passepartout. Tra scambi d'identità, sotterfugi ed equivoci, «Sarto per Signora» è un ottimo esempio di quel genere chiamato vaudeville che, a suo modo, è stato rivoluzionario. Così almeno pensa Emilio Solfrizzi: «Nella Parigi di fine '800 a dominare era il teatro psicologico spiega l'attore barese, noto al grande pubblico per fiction tv e film come «Tutti pazzi per amore» - Per un autore giovane come Feydeau, andare controcorrente e proporre un teatro leggero aderente ai fatti e alla comicità non era certo facile. Il pubblico non voleva sentirsi rinfacciare le piccole, quotidiane ipocrisie della società del tempo, Feydeau ci riusciva, per di più divertendo coloro che provocava, andando contro gli attori». La morale è presto detta: fare comicità è la cosa più difficile al mondo. Non a caso alla regia di «Sarto per Signora» si è accomodato (si fa per dire) quel Valerio Binasco attore e regista che percorre più frequentemente i sentieri del dramma. La comicità, poi, può diventare anche una prigione, se la sai fare bene: «Questo perché ai media piace classificare conclude Solfrizzi Io sono un attore a tutto tondo, quando ho cominciato questo lavoro non avevo certo l'idea di fare solo la commedia. Negli anni '80 esordii nel duo comico Toti e Tata, in Puglia eravamo un fenomeno di culto che batteva la concorrenza di pubblico di tanti cantanti nazionali. Oggi YouTube ci ha sdoganato tra i giovani di tutta Italia.

Ma la comicità venivo a studiarla anche quassù a Milano, agli spettacoli del Derby e dello Zelig».

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