Cronaca locale

Sorpresona a Parigi: una cavalla milanese vince il Prix d'Orthez

Saphire bi è l'ultima nata nella scuderia di trotto prima che l'ippodromo chiudesse

Sorpresona a Parigi: una cavalla milanese vince il Prix d'Orthez

Se dopo quasi 90 anni di storia l'Ippodromo del Trotto di San Siro ha chiuso i battenti, la passione di Milano per l'ippica e per i suoi talenti è tutt'altro che andata in pensione. Un caso felice è quello di Saphire bi, giovane cavalla di proprietà della Scuderia della Casa - ultima scuderia di trotto nata a Milano prima della chiusura dell'ippodromo - che è sotto i riflettori internazionali. Nei giorni scorsi si è imposta a Parigi nel prestigioso Prix d'Orthez corsa di gruppo 3 per quattro anni provenienti da tutta Europa.

La femmina ha sbaragliato l'affollato campo di maschi eccellenti con la giuda del top driver svedese Bjorn Goop ed il trainig dell'allenatore americano J.J. Riordan che recentemente ha spostato le sue attività dall'Italia alla Svezia per sfuggire all'irreversibile crisi dell'ippica italiana. Dopo lo sfortunato quinto posto ottenuto alla sua prima apparizione nel «meeting d'hiver» francese al Prix de Tiercelin; la Saphire bi non si è fatta ingabbiare dai più possenti maschi e ha corso da protagonista con una gara di testa che ha ricordato i memorabili tempi del «Capitano» Varenne: all'ingresso della lunga retta di arrivo parigina appena richiamata dal driver la femmina (nata nello storico e prestigioso allevamento Biasuzzi di Mogliano Veneto) ha cambiato passo e si è allungata allo steccato per concludere in scioltezza sulla distanza classica dei 2700 metri.

Un segnale di risveglio per l'affaticato sistema ippico italiano che dà lavoro ad altre 30mila addetti del settore. Quando si parla di cavalli non si deve infatti pensare solo a corse e scommesse, ma soprattutto a filiere di allevamento, produzione di foraggi ad alta qualità e passione sportiva; all'estero funziona così e tutti gli indicatori parlano di una lunga fase di sviluppo con la creazione di migliaia di posti di lavoro ogni anno destinati soprattutto ai giovani che desiderano vivere più a contatto con la natura. «Una grande soddisfazione - commentano i titolari della scuderia - che dà nuova linfa a un grande sport ingiustamente penalizzato.

In Italia politiche fiscali sbagliate (in Francia, Inghilterra, Svezia, Irlanda il possesso di un cavallo è de-fiscalizzato) e troppa ingerenza della politica hanno negli anni ridotto l'attività al lumicino; la conseguenza è che i cavalli italiani di qualità e tanti operatori sono costretti ad andare a correre all'estero per ottenere risultati e premi prestigiosi».

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