Cronaca locale

Dopo gli asili stangano i licei

Aumenti al linguistico e tecnico "Manzoni". E anche alla scuola per i ballerini della Scala

Dopo gli asili stangano i licei

La giunta Sala ha votato prima di capodanno una «revisione del regolamento della sosta» che si tradurrà con l'aumento di prezzo per tutte le 83mila strisce blu della città. Qualche esempio? In centro salirà da 2 a 3 euro l'ora per le prime due ore e da 3 a 4,50 euro dalla terza ora in poi, nella zona intermedia tra la Cerchia dei Bastioni e la filoviaria passerà da 1,20 a 2 euro, in periferia da 80 centesimi a 2 euro. Si aggiunga che da lunedì prossimo scatterà la nuova stretta su Area C, pagheranno i 5 euro del ticket d'ingresso anche le auto a metano e Gpl. La giunta ha poi affidato all'università Bicocca lo studio (entro il mese di giugno) di una revisione del sistema e delle fasce Isee, concentrato in particolare su asili, mense scolastiche, scuole civiche paritarie e sui servizi di centri estivi, Estate vacanze, trasporto scolastico e pre e dopo scuola il cui accesso - si legge nella delibera approvata a fine gennaio - «sarà subordinato al regolare pagamento delle quote contributive del servizio di Refezione scolastica». Chi non paga la mensa non potrà accedere al pre scuola o ai centri estivi? Evidentemente sì, anche se le modalità sono «rinviate a specifici e successivi provvedimenti». É stata votata e dichiarata immediatamente eseguibile la stangata - già annunciata dalla vicesindaco Anna Scavuzzo - sulle scuole materne: da settembre scatterà «in via sperimentale» il contributo d'iscrizione pari a 52 euro. Ma nella stessa delibera si scopre che la giunta non si è limitata a tassare le famiglie con figli piccoli. Aumenta del 16,77% anche l'iscrizione annuale anche al liceo linguistico e all'Istituto tecnico economico «A.Manzoni» e al linguistico «Teatro alla Scala» rivolto ai giovani ballerini del teatro. La quota si alzerà anche in questo caso di 52 euro, da 258 a 310 euro per ogni anno e ciclo di frequenza.

L'assessore ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti ha parlato invece della necessità di ragionare in prospettiva su un «contributo impositivo da parte dei city users, perchè le strade del capoluogo sono usare dal doppio delle auto dei residenti, la manutenzione costa e la spesa ricade solo su Milano». Più che a una tassa d'ingresso pensa a una distribuzione di risorse specifica da parte della città metropolitana, oltre ad un «contributo da parte dei gestori di parcheggi di interscambio». Al momento «è inopportuna parlare di qualsiasi idea strutturata in questo senso» lo frena il collega al Bilancio Roberto Tasca. Rabaiotti lo ha ventilato durante la Commissione sul Piano triennale delle Opere pubbliche, un «libro dei sogni» che prevederebbe solo per il 2017 lavori per 778 milioni, in realtà «ci allineeremo al budget reale dell'anno scorso, 100 milioni». E ha già spiegato che la coperta è cortissima: «Il 75-80% se ne andrà in manutenzioni. Circa 40 milioni in manutenzioni stradali e 22,5 in quelle scolastiche, 5 milioni per i certificati antincendio nelle scuole», 506 istituti attendono ancora gli interventi, ci vorranno sei anni per completare la messa a norma». Nel piano sono - teoricamente - indicati per il 2017 interventi come la rimozione dei graffiti dagli stabili comunali (per 2 milioni di euro), il restauro del Civico tempio di San Sebastiano in via Torino (un milione) o della pavimentazione della Galleria del Corso (un milione), il ripristino della Conca dell'Incoronata (3,2 milioni) e del Cavalcavia Bussa (5 milioni). Rabaiotti spiega che dei 30 milioni che restano extra-manutenzioni «ogni Municipio indicherà una priorità, e bisogna puntare sui 5 quartieri del Piano periferie». Cita tra le priorità un progetto da 13 milioni nel quartiere di via Villani/Giuffrè. Ha poi riferito che negli ultimi 4 mesi sono rimasti bloccati i lavori per le manutenzioni strade perchè il Codice degli appalti ha bloccato i fondi approvati nel 2015.

Il consigliere Fi Fabrizio De Pasquale contesta: «I vigili passano il tempo a fare la guardia alle buche e non c'è un piano di rimozione del pavè».

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