Cronaca locale

Spese con i soldi della Lega: condannato Bossi jr

Un anno e 8 mesi per Riccardo, il figlio primogenito del Senatur

Cristina BassiLa prima sentenza dello scandalo «The Family», quello sul presunto uso privato dei fondi della Lega, è arrivata. È una condanna a un anno e otto mesi per Riccardo Bossi, primogenito del Senatùr. Ieri l'ottava sezione penale del tribunale ha emesso il verdetto del processo con rito abbreviato. «È una condanna mediatica e politica», ha dichiarato Francesco Maiello, difensore dell'imputato, che non era in aula.Le accuse sono di appropriazione indebita aggravata. Bossi jr. avrebbe speso per sé denaro del partito. Il giudice Vincenzina Greco ha deciso per una condanna - con sospensione condizionale della pena - superiore alla richiesta di un anno di carcere del pm Paolo Filippini. Sono state riconosciute le attenuanti generiche. Le spese illecite di Riccardo Bossi ammonterebbero a 158mila euro. Tra il 2009 e il 2011 avrebbe usato i fondi pubblici per «debiti personali», «noleggi di auto», l'affitto e le rate dell'Università dell'Insubria, il «mantenimento dell'ex moglie», le bollette, l'abbonamento alla pay-tv e il «veterinario del cane». L'avvocato Maiello ha criticato aspramente la decisione del giudice: «Si tratta di una condanna frutto soprattutto del cognome dell'imputato - ha dichiarato appena fuori dall'aula -. Questa è una storia di famiglia, di vita di tutti i giorni. Il mio assistito era solo un figlio che chiedeva aiuto economico al papà, come può capitare a qualsiasi figlio. Riccardo Bossi, vista la sua totale estraneità al partito, non conosceva la provenienza di quei soldi. Il verdetto è troppo duro, indica un ben preciso indirizzo della magistratura sulla famiglia Bossi e sulla Lega. Faremo appello». Il caso del presunto uso illecito dei soldi del Carroccio è venuto alla luce nel 2012. L'accusa era partita da intercettazioni e documenti, tra cui l'ormai celebre cartelletta con la scritta «The Family» sequestrata nell'ufficio romano dell'ex tesoriere leghista Francesco Belsito. Oltre al figlio maggiore del fondatore - Riccardo ha appunto scelto il rito abbreviato - è imputato per appropriazione indebita lo stesso Belsito. Il processo a suo carico e a carico di Umberto e Renzo Bossi, è ancora in corso con rito ordinario. Si tratta di una tranche dell'inchiesta sulle presunte appropriazioni indebite nella Lega. Il procedimento principale è stato trasferito a Genova, dove il Senatùr, Belsito e altri tre ex revisori del Carroccio sono accusati di presunta truffa ai danni dello Stato riguardo ai rimborsi elettorali. Il difensore di Riccardo Bossi ha aggiunto che il suo assistito è in difficoltà e sta cercando un lavoro. «A causa della vicenda giudiziaria che l'ha travolto - ha spiegato Maiello - ha dovuto interrompere l'attività di pilota di rally.

In questo momento è in contatto con alcune aziende russe come procacciatore d'affari».

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