Cronaca locale

Sport, ecco come i privati rilanciano le periferie

A Niguarda, Lambrate e Lampugnano società locali hanno trasformato spazi abbandonati in palestre

Marta Bravi

Tre storie di periferia, tre esempi di sfide vinte dal basso, la dimostrazione di come piccole realtà private locali siano riuscite a recuperare spazi pubblici abbandonati e degradati per farli rinascere e restituirli alla collettività. «Grazie allo spirito imprenditoriale e all'iniziativa di un gruppo di ragazzi che praticavano parkour ( la disciplina metropolitana che consiste nell'attraversare la città saltando gli ostacoli in maniera acrobatica) sui marciapiedi di Romolo è nata a Niguarda Total Natural Training, l'unica palestra coperta in Itala per gli urban sport» racconta Antonio Iannetta, direttore generale Uisp, che ha seguito il progetto in tutte le sue tappe.

Una realtà attiva da un anno e mezzo, diventata un punto di riferimento per la periferia nord della città, tanto da contare già 1800 associati. Il tutto a partire da un capannone di 2mila metri quadrati abbandonato da più di dieci anni. Accanto alla piscina Scarioni, infatti, si trovavano edifici collegati ma inutilizzati. L'associazIone Milan Monkeys, circa quattro anni fa ha chiesto al Comune di poter usare gli spazi in disuso per trasformarli e prenderli in gestione. I ragazzi hanno raccolto 200mila euro, si sono rimboccati le maniche e hanno realizzato, con materiali di recupero, una palestra su misura. Per il parkour, infatti, servono dei dislivelli particolari e volumi specifici per allenarsi, si tratta in sostanza di ricreare lo spazio urbano in palestra. «I Milan Monkeys sono stati seguiti anche in questa progettazione particolare». Nella palestra di via Val Maira, è possibile praticare anche boxe, yoga e arti marziali a prezzi calmierati. «Qui lo sport assume una doppia valenza: ha permesso di recuperare uno spazio abbandonato - spiega ancora Iannetta - e restituirlo al quartiere, assumendo una valenza di recupero sociale. I ragazzi del quartiere non avevano uno luogo di aggregazione e uno spazio per allenarsi, ora hanno una palestra all'avanguardia sempre aperta».

Dal parkour a Zero-Gravity il passo è breve: nell'area verde abbandonata dell'impianto sportivo Crespi la società Zero-Gravity, con l'aiuito di Uisp, ha realizzato, vincendo il bando comunale per l'area, una palestra a risparmio energetico dedicata a tutti gli sportivi che praticano attività che richiedono coordinazione e controllo dei movimenti in aria.

Strappato al degrado e all'abbandono e restituito al quartiere anche l'impianto Cappelli Sforza di Lampugnano. Grazie a un milione di euro di investimento, reso possibile dal prestito di Banca Prossima e dall'aiuto di Uisp, la Polisportiva Garegnano ha realizzato un centro sportivo da 5mila metri quadrati, frequentato da 1600 utenti, dai 3 ai 90 anni, per lo più della zona. La struttura, cosa rara in città, è accessibile ai disabili. Ed è stata pensata come spazio pubblico e di aggregazione: centrale l'area ricreativa, con wi-fi dffuso gratuito, circolo e bar, e un orario di apertura che va dalle 8 alle 24. «Questo tipo di interventi di riqualificazione urbana - spiega Iannetta - realizzati da piccole realtà locali, rappresentano best practice da cui l'amministrazione dovrebbe prendere esempio per rigenerare zone della città». L'amministrazione Sala che del rilancio delle periferie ha fatto una bandiera politica, cosa ha realizzato finora? Avrebbe piuttosto molto da imparare dalle piccole società locali che, senza chiedere un euro al pubblico, hanno riqualificato spazi abbandonati, diventati punti di riferimento per i cittadini.

Una vera e propria «scintilla» in periferia, per usare una metafora di Renzo Piano.

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