Cronaca locale

Lo sport fa bene e in carcere fa meglio

Coni e Regione con il progetto «sport out» che coinvolge 18 istituti di pena

Lo sport fa bene ma in carcere fa meglio. Perchè è strumento perfetto per trasmettere i valori fondamentali del vivere civile, il rispetto delle regole, per convogliare energie in direzione positiva. L'unico limite è coniugare l'attività sportiva con e le misure di sicurezza. In questa direzione ci si muove da tempo e proprio con queste finalità c'è stata ieri la visita al Beccaria dell'assessore regionale allo Sport e giovani, Martina Cambiaghi, che ha consegnato le attrezzature sportive del progetto «Sportout». La delegazione formata dai membri del Coni Lombardia, il presidente Oreste Perri, il vice presidente Alessandro Vanoi, il consigliere Claudio Pedrazzini e Claudia Giordani, delegato di Milano, è stata ricevuta da Cosima Buccoliero, direttore dell'Istituto minorile milanese, e dal responsabile della Polizia Penitenziaria, Marco Casella. Giunto alla seconda edizione, il progetto «SportOut» di Regione Lombardia in collaborazione con Coni Lombardia è finalizzato a incentivare la pratica motoria su tutto il territorio lombardo con uno stanziamento complessivo di 183 mila euro (140 mila euro di Regione e 43 mila del Coni). L'iniziativa si articola su quattro punti e prevede, oltre all'attività nei 18 istituti di pena lombardi, anche la mappatura dello sport regionale, il finanziamento dei 18 licei sportivi lombardi e la valorizzazione delle periferie attraverso l'attività fisica. Nelle ultime settimane sono state consegnati in tutti i 18 istituti di pena lombardi le attrezzature per il cardiofitness (bici da spinning, cyclette e step) per incentivare la pratica di tipo aerobico. Un modo per stimolare movimento, attività sportiva e benessere psicofisico all'interno degli istituti penitenziari; fattori che giocano un ruolo significativo per favorire modelli relazionali positivi in vista di un futuro percorso di reinserimento sociale. «E' unanimemente riconosciuta la valenza sociale ed educativa dello sport. Per questo motivo Regione Lombardia e Coni si impegnano affinchè la pratica sportiva sia sempre più diffusa - ha spiegato l'assessore Cambiaghi - così come quella nelle carceri è finalizzata a canalizzare l'energia fisica verso uno sbocco non violento utile dal punto di vista relazionale ma soprattutto fortemente educativo».

ARuz

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