Cronaca locale

Squadre di disoccupati contro l'emergenza degrado

Uno stipendio di 500 euro al mese per ripulire strade e giardini Dovranno segnalare problemi e criticità in 13 zone di Milano

Squadre di disoccupati  contro l'emergenza degrado

Contro il degrado arrivano le squadre del Comune. Il progetto, organizzato da Amsa e Palazzo Marino, prevede l'impiego dal 6 dicembre di cinquanta persone che affiancheranno gli addetti dell'Amsa per ripulire le zone più compromesse della città.

E non solo: «Saranno operatori eco-sociali - ha spiegato Pierfrancesco Majorino, assessore comunale alle Politiche sociali, presentando l'iniziativa - che da dicembre non solo contribuiranno al decoro della città, ma avranno anche il compito di indicare le situazioni di degrado e disagio che incontreranno». Dalle vie sporche, ai clochard in difficoltà, alle zone flagellate dalle occupazioni abusive. La cinquantina di persone, 49 uomini e una donna, tutti senza lavoro da due anni e già in carico ai Servizi sociali guadagneranno fino a 25 euro al giorno e fino a 500 euro al mese. Una boccata di ossigeno economico che sarà ripagata «ripulendo le vie da mozziconi di sigarette, escrementi e cartacce» ha specificato Paola Petrone, direttore Amsa. E non saranno un servizio sostitutivo rispetto a quelli offerti da Amsa, ma uno aggiuntivo. «Ogni squadra di lavoro, costituita da 4 a 6 operatori, sarà coordinata da un capo squadra di Amsa - ha precisato Petrone - e avrà a disposizione un carrellino a mano per la raccolta dei piccoli rifiuti stradali». Così dopo i primi giorni di formazione al lavoro, i cinquanta nuovi spazzini scenderanno in strada. L'età media della task force, che è composta da 42 italiani e 8 stranieri, è di cinquant'anni e i suoi componenti lavoreranno dalle 9.30 alle 16, dal lunedì al venerdì. Per ora le zone interessate sono tredici: Padova; Zoia, Giambellino; Aldini; Mambretti; Sarpi–Canonica; Selinunte e limitrofe; Ortles; Martini e limitrofe; Corvetto; Gratosoglio; Piazza Oberdan–Bastioni di Porta Venezia; Niguarda. Inoltre l'assessore Majorino sta pensando a istituire dei presidi sociali per viale Piave e in altre zone con problemi di degrado e disagio sociale. Intanto il Comune ha anche investito 2,4 milioni per assegnare 1200 euro a 2041 persone in difficoltà, divisi per mese sono poco più dei famosi 80 euro renziani. È un altro progetto che tenta di unire l'aiuto economico a una qualche partecipazione alla vita sociale della città. Si chiama Patto di riscatto sociale e prevede il versamento in due momenti: la prima parte sarà di 400 euro con la sottoscrizione del patto con il Comune, la seconda di 800 euro dopo sei mesi e dopo la verifica del percorso effettuato.

Il patto consiste nella partecipazione del beneficiario a un programma di reinserimento lavorativo e sociale proposto e seguito dai Servizi sociali, attraverso borse lavoro, formazione, laboratori occupazionali e, su base volontaria, anche svolgendo attività di volontariato aiutando la collettività del proprio quartiere.

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