Cronaca locale

Stadio o imprese? Guerra sul dopo Expo

La Regione sogna la cittadella olimpica, il Comune preferirebbe aziende innovative

Stadio o imprese? Guerra sul dopo Expo

Michelangelo Bonessa a pagina 4

Lo stadio del Milan e la cittadella olimpica che tanto piace al governatore Roberto Maroni, oppure un distretto dedicato alla nuova imprenditorialità e all'innovazione con spazi riservati a funzioni pubbliche come preferirebbe il vice sindaco Ada Lucia De Cesaris? Nell'Expo delle eterne discordie è di nuovo muro contro muro tra Regione e Comune. A dividerli il futuro del milione di mq dopo la rimozione dei padiglioni. E qui a scendere in campo è Arexpo che ieri ha lanciato la gara per i terreni. Base d'asta 315 milioni e 426mila euro. Tra i requisiti, oltre alla riqualificazione, il mantenimento di una superficie minima di 440mila mq a «parco pluritematico», un punteggio maggiore per chi si impegnerà alla «minor edificazione», così come al rispetto dell'eredità e dei temi dell'Expo. Per il presidente Arexpo Luciano Pilotti «con questa chiamata ai mercati vogliamo vedere se c'è disponibilità per un progetto che è la chiave per lo sviluppo di Milano». Secondo la De Cesaris che le manifestazioni di interesse sono già una quindicina. Tra cui «un gruppo di imprese coordinate da Assolombarda». Maroni, invece, guarda allo stadio olimpico del Milan.

L'ennesima esondazione di uno dei corsi d'acqua citadini ha riportato la questione all'ordine del giorno. Questa volta è stato il Lambro a superare gli argini e a allagare parte di alcune aree verdi milanesi tra cui l'omonimo parco. Un'esondazione leggera, nel senso che non ha causato grandi danni, ma che comunque ricorda il problema a cittadini e istituzioni. Nel primo pomeriggio l'emergenza Lambro è rientrata e per una volta il Seveso si è fermato al livello due, uno in meno di quello che preannuncia l'esondazione. Dai documenti allegati al progetto definitivo della vasca di laminazione di Senago però, si evince che nemmeno la tanto discussa infrastruttura sarebbe risolutiva: dei sedici allagamenti avvanuti dal 2010 al 3 agosto 2014, solo la metà sarebbero stati evitati se fosse stata completata. E se ci fosse stata anche quella di Paderno Dugnano, le due più gravi non sarebbero comunque state evitate. Quindi per ora l'unica vasca di laminazione in funzione è il quartiere Niguarda.

Giannino della Frattina a pagina 3

Tremano anche i saldi. Federmoda registra un calo a Milano del -2.90 per cento rispetto al 2013, e quello del capoluogo padano è il dato migliore del Paese che scende al -4.30 per cento. «La sperata ripresa non c'è» dice Renato Borghi, presidente di Federmoda.

Milano ha perso temporaneamente meno della metà dei suoi abitanti e solo nella settimana di Ferragosto. Secondo il comune, che si basa sui dati dell'Amsa, in città sono rimasti infatti il 6.6 per cento dei milanesi in più rispetto al 2013.

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