Cronaca locale

"È stato lui ad azzannarmi". Il culturista accusa il tassista

Il 29enne arrestato nega tutto, anzi contrattacca mostrando al giudice il dito ferito. Sentenza già il 5

"È stato lui ad azzannarmi". Il culturista accusa il tassista

Ha passato la notte a casa, anziché nelle celle della questura; e ieri il giudice gli concede subito gli arresti domiciliari. Per Antonio Bini, il giovane milanese arrestato martedì con l'accusa di avere strappato a morsi l'orecchio di un tassista, l'impatto con la giustizia è stato meno brusco di come - visto il clamore della vicenda - si poteva prevedere. Bini si proclama innocente, e dice che è stato il tassista a mordere lui: il processo, in cui si dovrà capire come siano andate davvero le cose, si terrà il 5 dicembre. Nel frattempo la mano morbida impiegata nei suoi confronti sembra significare che la partita è aperta. L'arresto effettuato dalle Volanti è stato convalidato e per adesso Bini è l'unico indagato. Ma il ruolo decisivo - visto che i due protagonisti danno versioni opposte dell'accaduto - lo svolgeranno le testimonianze, i filmati, e soprattutto le perizie mediche sull'orecchio del tassista Bossi. È stato reciso di netto con un morso o si è strappato in qualche modo durante la colluttazione?

Ieri all'udienza di convalida Bossi non era presente, e a riferire il suo racconto ha provveduto un agente della Volante intervenuta in via Lepetit. Poi il giudice ha dato la parola a Bini. I racconti collimano solo all'inizio, entrambi dicono che tutto nasce da un diverbio banale per questioni di viabilità. Ma poi divergono. Bossi dice di essersi allontanato in auto, di essere sceso poco dopo a prendere le sigarette, e di essere stato affrontato da Bini. Bini dice che invece il tassista è sceso con il chiaro intento di regolare la questione. Il tassista: «Mi ha detto che mi avrebbe fatto fare la fine del mio collega (Luca Massari, ucciso sette anni fa, ndr)». Bini: «Mi provocava, mi diceva picchiami, dai picchiami che sono del mestiere. A quel punto gli ho dato una sberla».

I due finiscono a terra. È in quel momento che Bossi dice di essere stato azzannato all'orecchio; Bini nega tutto, e uscendo dall'aula fa vedere ai giornalisti il dito che il tassista avrebbe addentato. Poi le versioni tornano a coincidere: Bini sale in auto e se ne va, per fermarlo Bossi si aggrappa al cofano e quando l'auto parte si spacca il naso e una spalla.

Ma chi ha cominciato, e soprattutto chi ha morso chi? Non sarà un processo facile, il 5 dicembre.

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