Cronaca locale

Stazione, bivacco di migranti L'assessore chiede «rinforzi»

Più agenti e identificazione al momento dell'arrivo Oggi vertice tra Majorino e il prefetto Lamorgese

Stazione, bivacco di migranti L'assessore chiede «rinforzi»

In via Sammartini dormono persone non identificate. Famiglie, ma non solo, di passaggio a Milano che riescono a sfuggire ai controlli agli hot spot e che, una volta qui, riescono a ripartire senza lasciare traccia. Ora il Comune chiede alla Prefettura un sistema di identificazione più stringente ed efficace.

Complice anche la convenzione di Dublino, i migranti che passano da Milano puntano a essere registrati nei paesi di destinazione, dove faranno richiesta di asilo, evitando d essere identificati qui. Il punto è proprio questo: servirebbero presidi della polizia in stazione o nelle immediate vicinanze per riuscire a identificare il maggior numero di perosne che arrivano a MIlano, per poi smistare nei centri di accoglienza a seconda dello status o negli altri comuni dell'hinterland.

Ieri il presidente del consiglio Paolo Gentiloni ha incontrato il premier di Malta Joseph Muscat sul tema del controllo delle frontiere libiche, che ha garantito il suo sostegno anche al prossimo vertice di Bruxelles del 9 e 10 marzo. Contemporaneamente il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker ha presentato il piano di azione della commissione per accelerare i rimpatri dei migranti, richiamando gli stati membri al rispetto degli impregni presi nei confronti dell'Italia e della Grecia.

Oggi alle 13 l'assessore al Welfare del Comune Pierfrancesco Majorino incontrerà il prefetto Luciana Lamorgese per mettere a punto una strategia comune sulle identificazione di chi arriva o passa da Milano, ovvero 120mila persone in tre anni. Tradotto: studiare un piano di identificazione (dalle impronte digitali al foto segnalamento) stringente ed efficace. Così il Comune vorrebbe separare il luogo dell'identificazione dall'hub di via Sammartini, diventato un centro di permanenza per rifugiati (al momento sono ospitati 279 migranti, di cui 150 richiedenti asilo), per evitare problemi di ordine pubblico e tensioni con il quartiere. Il precedente: lo scorso ottobre vennero accolte 730 persone all'hub che ha una capienza massima di 300, con situazioni ad alta tensione e rischio di problemi di ordine pubblico.

Tra le opzioni il sottopasso di via Martirolo, chiesto ufficialmente da Palazzo Marino, «su cui però Grandi Stazioni non ha risposto» spiega Pierfransco Majorino. Come sede sarebbe perfetta perchè potrebbe anche essere chiusa la notte. «La vicinanza alla stazione è strategica - spiega ancora Majorino - il rischio, se non vengono identificati e smistati, è che la stazione si riempia di decine e decine di profughi accampati. Credo che sia necessario garantire il diritto al transito - sostiene l'assessore al Welfare - che è anche una folle conseguenza degli accordi di Dublino». Altra opzione il centro di primo aiuto di via Ferrante Aporti. Fondamentale la vicinanza alla stazione e una massiccia presenza di uomini. «A me non risulta che arrivino rinforzi, ma sentiremo la prefettura» conclude.

Così nonostante il ministero dell'Interno abbia annunciato una stretta sui controlli «a me non risulta proprio - polemizza Majorino - così non è vero che è diminuito il numero dei transitanti. Non solo, ci sono decine di persone che sono state collocate in altre città e che a un certo punto tornano a Milano». Altro tema bollente l'accoglienza, visto che Milano è al limite.

In questi giorni il prefetto sta incontrando i sindaci dell'hinterland proprio per la distribuzione delle quote.

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