Cronaca locale

Stop al «boschetto della droga», preso un albanese

A casa sua soldi ed eroina destinata al «mercato». De Corato: «Pronte misure anti-spaccio»

Diana Alfieri

Continuano le operazioni per «ripulire» il boschetto di Rogoredo, alla periferia di Milano, dallo spaccio di droga. E ieri i carabinieri hanno arrestato un albanese con un frullatore usato per tagliare lo stupefacente e un chilo di eroina addosso. In casa l'uomo, un incensurato di 35 anni, aveva 2,5 chili di eroina, 6 chili di sostanze da taglio e oltre 8mila euro in contanti in banconote da piccolo taglio. Era solo nell'abitazione, in via Pasquale Sottocorno a due passi da viale Premuda, quando i militari della compagni di Porta Monforte hanno bussato alla sua porta e lo hanno arrestato. Era già stato fermato e controllato a luglio vicino al «boschetto della droga» di Rogoredo ma in quell'occasione non aveva con se della droga.

Sulla questione è intervenuto l'assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia Riccardo De Corato, che prepara nuove misure per lotta alla droga nel «boschetto» dietro la stazione ferroviaria per quella che definisce «operazione Rogoredo sicura». «Come assessore ho voluto inserire nel futuro patto sulla sicurezza, che la Regione firmerà con il ministero dell'Interno, misure necessarie per contrastare le problematiche legate alla zona in una sorta di operazione Rogoredo sicura. Una pulizia totale dagli arbusti nati spontaneamente, gli ailanti, che permettono a spacciatori e drogati di nascondersi, così da permettere di avere sotto controllo tutta l'area; generatori che illuminino la zona a giorno e un presidio fisso da parte dell'esercito e delle forze dell'ordine». L'intervento dell'ex vicesindaco arriva dopo l'arresto appunto di uno spacciatore di origine albanese che era in possesso di alcuni chili di eroina da destinare al boschetto della droga di Rogoredo.

«Tuttavia, mentre si attende la firma dell'accordo - ha aggiunto - non si può restare a guardare uomini distribuire la morte con dosi ai ragazzi. È necessario cominciare a intervenire dotando di telecamere l'area e di body cam i vigili che pattugliano la zona. Per quanto riguarda questi dispositivi, nel 2017 il Comune ha presentato un piano che prevedeva l'acquisto di 50 body cam e che è stato co-finanziato dalla Regione per un importo pari a 50mila euro, liquidato a dicembre 2017. Il mese successivo è stato attivato un protocollo per la privacy. Ai primi giorni di giugno, sembrava essere tutto pronto per la trasmissione delle immagini alla Centrale, tanto che si credeva che entro la fine del mese sarebbero state distribuite ai vigili.

Da giugno non si sono ancora viste in giro».

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