Cronaca locale

Un taglio da 400 milioni. Rischiano di chiudere ospedali e punti nascita

Mannaia del governo su sanità e trasporti. Maroni protesta: "Ancora brutte notizie". E la Cisl: "Rischiamo l'impasse per Expo"

Un taglio da 400 milioni. Rischiano di chiudere ospedali e punti nascita

Piovono tagli. E alla fine questi colpi di mannaia faranno male agli utenti dei servizi pubblici locali, primi fra tutti la sanità e i trasporti. È stato il governatore stesso a lanciare l'allarme: «Brutte notizie da Roma sul bilancio delle Regioni - ha scritto Roberto Maroni - Niente costi standard ma i soliti tagli lineari che penalizzano chi spende bene, come la Regione Lombardia». Maroni si è lamentato dei tagli dopo l'incontro tra governo e Regioni sulla legge di stabilità. E ne ha calcolato l'impatto: «Per il 2015 nella sanità - ha sottolineato - ci sarà un taglio che potrebbe arrivare a 1,5 miliardi di euro. La sforbiciata azzera quasi del tutto l'incremento del Fondo sanitario nazionale di 2 miliardi, che era stato delineato nel testo del Patto per la Salute firmato quest'estate. Altri tagli, dei 4 miliardi previsti nella legge di stabilità a carico delle Regioni, dovrebbero invece toccare per 400 milioni il trasporto pubblico locale e un miliardo e mezzo di riduzione su beni e servizi intermedi e farmaceutica».

E 400 milioni è anche l'entità del taglio previsto per la sanità. È chiaro che cifre del genere non possono non toccare i servizi erogati sul territorio, per cui si sa già che - salvo novità di diverso tipo - un taglio consistente alle risorse della sanità si tradurrà nella chiusura di ospedali e reparti, e in particolare nella razionalizzazione dei punti nascita, sul cui ridimensionamento peraltro i governi centrali puntano da tempo anche per ragioni di sicurezza. L'altro fronte è quello del trasporto pubblico locale, su ferro e su gomma. «Il rischio è l'impasse in un momento in cui, per l'Expo, la domanda di servizi sarà crescente - commenta Ferruccio Saibene, rappresentante sindacale della Fit-Cisl - già le attuali performance di Trenord non sono buone. Se invece di investire tagliamo i servizi non possono che peggiorare. E non parliamo solo del ferro, cioè dei treni, ma anche dei trasporti su gomma».

Ovviamente i tagli si riversano a cascata sugli enti locali, scatenando una sorta di guerra tutti contro tutti. Protestano congiuntamente gli assessori alla mobilità dei Comuni di Milano, Brescia, Lodi, Cremona, Pavia Como, Monza, Bergamo e l'assessore alla mobilità della Provincia di Brescia. «I numeri presentati alla conferenza regionale del Trasporto pubblico locale presentano un quadro devastante che imporrebbe forti aumenti tariffari, tagli di servizi al punto di non garantire più corse in varie aree a domanda debole, rilevanti ripercussioni negative sull'occupazione nel settore per circa 2mila posti».

Ma, per i rapporti fra governo e Regione, c'è un altro fronte aperto: la messa in sicurezza del territorio. Il Pirellone ha presentato un piano complessivo e dettagliato che prevede 221 interventi contro il dissesto idrogeologico, per un totale di investimenti pari a circa 670 milioni di euro.

L'assessore regionale Viviana Beccalossi plaude alla priorità concessa alle opere già progettate ma giudica «iniquo» il sistema fin qui usato che assegna l'80% dei fondi al sud.

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