Cronaca locale

Tari chiesta per l'alloggio già venduto 8 anni prima

Ex residente «incastrata» dalla burocrazia

Chiara Campo

Cambia il nome, rimane il caos. Tarsu, Tares, Tari. I ritardi del Comune a inviare i bollettini della tassa sui rifiuti sono stati quasi una costante negli anni (Beppe Sala è in carica da giugno, sarà «testato» a breve). Ma può succedere persino di ritrovarsi nella cassetta della posta la richiesta di saldare gli arretrati per una casa messa in vendita otto anni fa. E il conto finale rischia di essere alto se la sfortunata residente non riuscirà a farsi annullare i bollettini: solo per gli ultimi due anni dovrebbe circa 400 euro. Il primo passaggio allo sportello Tari è già andato praticamente a vuoto.

La vicenda in breve. Elisa A. era proprietaria fino al 2008 di un alloggio in via Confalonieri. Nel maggio di quell'anno la sua casa è stata venduta all'asta giudiziaria, e a giugno si è trasferita a vivere nell'hinterland, a Paderno Dugnano, dove nel febbraio del 2009 ha spostato ufficialmente la residenza. Quando si è presentata negli uffici dell'Anagrafe per chiudere la sua posizione con Milano e aprirla nel nuovo Comune, i funzionari le hanno assicurato che non era necessario disdire nulla, le comunicazioni (compreso l'annullamento della tassa rifiuti sulla vecchia abitazione) sarebbero scattate automaticamente tra le due amministrazioni. A conferma che è la prassi, quando Elisa nel 2013 ha di nuovo cambiato residenza, da Paderno Dugnano a Saronno, le hanno nuovamente risposto che non occorreva muovere un dito per annullare l'iscrizione al pagamento della Tari. Tutto bene? Tutto male.

La ex residente milanese ha continuato a ricevere le richieste di pagare la raccolta della spazzatura nel vecchio condominio, ma sapendo che erano bollettini nulli (così le avevano garantito i funzionari comunali) non ha mai risposto. Nei giorni scorsi, al rientro dalle ferie, ha trovato nella buca delle lettere due cartelle con il saldo della Tari dovuto per il 2014/2015 - circa 400 euro - per quell'alloggio di via Confalonieri quasi rimosso dalla memoria. Per archiviare una volta per tutte il problema, ha deciso di perdere del tempo e prenotare un appuntamento in Comune. Ma il confronto non è andato così liscio. Le risposte delle impiegate sono state confuse e il finale inaspettato: deve pagare. Elisa ovviamente non accetta la batosta ed è decisa ad andare a fondo. Non ha più smaltito un rifiuto da otto anni a questa parte in via Confalonieri, se dovrà arrivare ai ricorsi non esiterà. Si è rivolta anche al capogruppo di Forza Italia Gianluca Comazzi, che attacca: «La burocrazia è il male peggiore che colpisce un'amministrazione pubblica.

Il tempo che i cittadini perdono rimbalzati da un ufficio all'altro per colpa del Comune chi lo ripaga? L'assessore alla Trasparenza Lorenzo Lipparini si occupi di far emergere questi problemi invece di perdere tempo su temo futili come i biglietti gratis per San Siro ai consiglieri».

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