Cronaca locale

La tassa di soggiorno per l'affitto su AirBnb: 2 euro a notte per ospite

La società tratterrà direttamente l'imposta Per il Comune oltre 1,5 milioni di incassi

La tassa di soggiorno per l'affitto su AirBnb: 2 euro a notte per ospite

Milano battuta sul tempo da Genova (che ha firmato l'accordo due giorni fa) ma anche nel capoluogo a breve AirBnb riscuoterà e verserà al Comune la tassa di soggiorno per conto di chi affitta casa on line attraverso la piattaforma. Un business in continua crescita e che fa tremare gli albergatori. Come ha riferito la società Usa, solo nel 2015 - l'anno d Expo - gli host a Milano hanno affittato a 456mila ospiti, guadagnando complessivamente 48 milioni di euro. AirBnb ha stimato che in media i 9.600 iscritti hanno avuto la casa occupata per 33 notti e hanno guadagnato in media 2.700 euro all'anno. Numeri che in due anni saranno cresciuti ulteriormente. Intanto perchè la quota degli annunci di appartamenti milanesi messi a disposizione è salito a 16.200, gli host registrati sono 14.900 e negli ultimi 12 mesi gli ospiti sono stati 498mila ospiti. Nel contempo, - chiamiamolo effetto Expo - nel 2016 c'è stato un flusso di 5,6 milioni di turisti a Milano, centomila in più del 2015. E i primi quattro mesi segnano già un più 14% rispetto al 2016. «Anche Milano stringerà un accordo con AirBnb come ha fatto Genova, ci mancano un paio di settimane di lavoro - ha anticipato ieri il sindaco Beppe Sala -, lo annunceremo a inizio luglio. Milano è diventata la seconda città in Italia per AirBnb e soprattutto quella col tasso di crescita più alto. L'idea è di aggiungere anche altre iniziative sociali, come quella intelligente partita nel 2015 e che voglio rilanciare: l'affitto gratuito o scontato per i parenti dei malati ricoverati in ospedali milanesi, AirBnb deve dimostrare di aver voglia di fare anche queste cose».

Diversamente dagli alberghi, che dal 2012 incassano tassa dai turisti registrati nella hall e poi la versano al Comune, a trattenere l'imposta sarà quindi la piattaforma al momento della prenotazione on line. La cifra dovrebbe essere la stessa pagata da chi affitta in un b&b, 2 euro al giorno per ogni ospite. Il Comune conta di incassare oltre 1,5 milioni all'anno. E la centralizzazione dovrebbe costringere i proprietari ad iscriversi all'Albo del Comune come prevede dal 2015 la legge regionale per chi affitta temporaneamente come casa-vacanza. Fino ad oggi, come riferisce il presidente di Rescasa Lombardia (l'associazione del turismo in appartamento) Raffaele Paletti, «gli appartamenti registrati risultano solo 1.500, mentre secondo quanto ha riferito AirBnb al nostro forum nel novembre 2016, la quota degli alloggi a disposizione a Milano supera i 16mila. Se ci aggiungiamo i 1.800 che utilizzano HomeAway, siamo intorno ai 20mila che fanno i furbi». Chi si iscrive deve pagare le tasse sul reddito prodotto dall'affitto e attenersi a una serie di regole, come comunicare alla questura l'identità degli ospiti. Ora le case «fantasma» dovrebbero calare. Per Paletti l'accordo «è positivo e regolarizzerà una situazione ancora molto sommersa».

Sul tema di raccogliere e girare alle Entrate la cedolare secca al 21% «AirBnb solleva invece criticità».

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