Cronaca locale

Tassa sui rom, la sinistra copia Salvini

Dopo 4 anni di buonismo il Comune annuncia chiusura dei campi e spese di affitto. Non ci crede nessuno

Tassa sui rom, la sinistra copia Salvini

«Abbracciate i fratelli rom». La rivoluzione arancione era partita così, con un invito delirante del leader di Sel Nichi Vendola alla piazza Duomo in festa per la vittoria di Giuliano Pisapia. Era il 30 maggio 2011. Sono passati quattro anni, la sinistra sul tema sicurezza (su cui si gioca la campagna per le Comunali 2016) è in caduta libera e l'avanzata leghista è un timore concreto, anche a Milano. Quindi: contrordine, compagni. Giorni fa l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli ha annunciato che entro fine anno chiuderà (finalmente) il campo rom di via Idro, dove la situazione è esplosiva. Sassaiole, spari e incendi abusivi non sono un'eccezione. E ieri, come ha anticipato il Corriere della Sera , il Comune ha annunciato un'altra svolta: anche i nomadi pagheranno l'affitto, una compartecipazione alle spese che potrà arrivare fino ad un massimo di 120 euro, in base alla dichiarazione Isee. Il primo campo regolare a pagare le tasse sarà via Negrotto, poi si passerà agli altri (le aree attrezzate attualmente sono sette). Oggi negli uffici di Palazzo Marino saranno siglati i contratti, giovedì è prevista un'assemblea con gli abitanti per illustrare nei dettagli il nuovo regolamento, che recupera quello approvato dalla giunta Albertini del '98 ma mai applicato. Perchè? La difficoltà stava nel censimento, con tanto di impronte digitali, rifiutato da nomadi e associazioni. Ora invece non solo Granelli di poterlo realizzare, ma assicura che all'analisi dei nuclei familiari presenti negli spazi del Comune seguirà «anche quella patrimoniale», e chi è in possesso di case o terreni sarà cacciato.

La tassa sui rom è giusta e condivisibile, ma puzza tanto di spot (solo) elettorale. Tanto più se abbinata all'altra promessa dell'assessore: «L'obiettivo finale comunque è di superare le baracche». Chiudere i campi. E allora, se il Comune già arriva tardi con la regolamentazione tariffaria, a cosa serve se le favelas hanno pure i giorni contati? Una doppia boutade.

L'assessore al Welfare Piefrancesco Majorino, già sceso in campo per le primarie del Pd, e il collega Granelli «hanno aperto la “caccia elettorale al nomade“» ironizza il consigliere Fdi Riccardo De Corato. Dopo «aver aumentato di oltre mille unità le presenze in città dal 2010, hanno aperto e finanziato due centri di emergenza, in pratica due nuovi campi, in via Barzaghi e Lombroso. Ora rispolverano vecchie delibere del centrodestra chiedendo ai rom di pagare una quota per continuare a vivere nei campi. Chi riscuote, visto che le troupe tv non riescono a entrare neanche scortate dalla polizia? Siamo su “Scherzi a parte“? Il Comune spende milioni (dello Stato, ndr.) per l'accoglienza e poi millanta sgomberi e politiche di centrodestra che rimarranno delle pure trovate elettorali».

Il capogruppo del Carroccio Alessandro Morelli è certo che i milanesi «preferiranno un “originale leghista“ alle imitazioni, il centrodestra avrà un solo punto chiaro sui campi: ruspe. Il Pd è già in campagna elettorale e si inventa una risibile “tassa rom“ come se i cittadini non si ricordassero dei 2 milioni spesi per via Lombroso o dei silenzi sui reati dei nomadi. A Pietro Tatarella, capogruppo di Forza Italia, «fa quasi sorridere che una giunta che per anni non è stata in grado di sgomberare gli abusivi ora pensi di farsi pagare l'affitto dai rom, e addirittura cacciare le famiglie in caso di morosità. É l'ennesima boutade da parte di chi ha fallito sul piano sicurezza e non sa che pesci pigliare.

Un giorno promettono di chiudere i campi, poi li riadattano e introducono le spese di affitto».

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