Cronaca locale

Taxi, protesta senza sosta A rischio anche le sfilate

Auto bianche ferme almeno fino a martedì 21 La guerra minaccia la settimana della moda

Paola Fucilieri

La protesta resta spontanea, praticamente plebiscitaria e potrebbe continuare anche fino a martedì. Giorno in cui il ministro Delrio ha concesso un incontro a Roma alle associazioni di categoria. Mercoledì (ma forse prima) tutti i taxi dovrebbero riprendere a lavorare, almeno sotto la Madonnina (5mila auto).

«Inizia la settimana della moda, loro (gli Ncc, cioè i noleggi con conducente, ndr) avranno sicuramente prezzi più alti dei nostri, ma non si può mai dire con questi stop. Se la situazione non si sblocca un po' a nostro favore...» spiegano Ruggero, Cristiano e Marco del 69-69, ieri fermi in piazza Duca d'Aosta, pronti a offrire esclusivamente quello che chiamano «servizio sociale», cioè alle fasce deboli.

«Lo abbiamo sempre fatto. Cerchiamo cioè di portare a destinazione persone anziane, malati, mamme con bambini, donne incinte, famiglie - spiega Ruggero -. Purtroppo siamo stati obbligati a fermarci: persone non autorizzate a fare il nostro lavoro ce lo stanno letteralmente rubando e il Parlamento gli dà pure una mano. Certo, di sera e di notte, soprattutto nei fine settimana, la concorrenza si sente di più. La piena adesione allo stop - mai strumentalizzato dai sindacati che non hanno dato alcuna indicazione sul lavorare o no lasciandoci liberi e si sono impegnati solo a parlare con le autorità preposte - c'è stata comunque da Linate alla stazione Centrale, in tutta la città insomma. E l'agitazione ci sarà fino a quando non ci daranno una risposta definitiva per il nostro lavoro. Sono almeno 5 anni che rimandano, poi all'improvviso s'inventano l'emendamento nel decreto Milleproroghe...».

«Capisco che magari qualcuno penserà solo al proprio disagio di cliente, non al nostro - continua il collega Cristiano, che fino a 5 anni fa era impiegato in una ditta che poi ha chiuso e a quel punto ha comprato la licenza per tassisti -. E che quando arrivano i treni più importanti, Frecciarossa e Frecciabianca, i passeggeri che vengono a prendere il taxi e non lo trovano, restano delusi. Tuttavia in giro c'è molta disinformazione. La televisione ieri diceva che Uber è un' applicazione che offre un servizio ai cittadini... Andatevi a vedere i prezzi che facevano oggi (ieri per chi legge, ndr) per portare la gente a Malpensa: c'è chi è arrivato a chiedere 492 euro...».

«E questa sarebbe la famosa sharing economy di cui parlano in tanti? - sorride Marco amareggiato -. Non mi sembra tanto economy... Se arriviamo al punto di avere un servizio taxi di questo genere, una liberalizzazione totale, gli Ncc faranno quello che vogliono come e quando lo vogliono. E ci sarà anche il fenomeno opposto: magari cinesi con la Topolino e tariffe base che partono da 5 euro e che ti portano da Milano a Malpensa con 15 euro. Sì, perché a quel punto il nostro servizio potrà farlo chiunque. Noi tassisti, fino a oggi, abbiamo dovuto frequentare una scuola e avere la patente pubblica, che non viene concessa a 18 anni, come quella normale, con una visita di controllo e la revisione delle auto...».

Sempre ieri, intanto, su sollecitazione delle associazioni di categoria, il vice prefetto Anna Pavone ha incontrato una delegazione di sei tassisti.

«Abbiamo invitato i colleghi solo a non aderire alle assemblee spontanee, evitando anche possibili sanzioni da parte della Commissione di Controllo degli scioperi per il trasporto pubblico non di linea - spiega Raffaele Grassi, presidente S.a.Ta.M., Sindacato tassisti Artigiani di Milano e provincia -. Si è convenuti che la prefettura invierà una comunicazione al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e al Governo per far presente le difficoltà dell'Autorità a sostenere l'eventuale sospensione o annullamento di tutte le pratiche in corso a seguito della sospensione dell'art.

29 comma 1 quater».

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