Cronaca locale

Terrorismo, chiesto processo per il pugile

Chiesto il processo con rito immediato per i quattro presunti terroristi sospettati di avere legami con l'Isis arrestati lo scorso 28 aprile. Si tratta di Abderrahim Moutaharrik, il marocchino campione di boxe thailandese che viveva a Lecco, sua moglie Salma, Abderrahmane Khachia, 23enne marocchino residente in provincia di Varese, e Wafa Koraichi, 24enne sorella di un marocchino che con la moglie italiana e i tre figli si troverebbero in Siria dal febbraio 2015.

La richiesta è arrivata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Francesco Cajani ed Enrico Pavone. Nelle indagini sarebbero emerse nuove prove a carico degli aspiranti jihadisti. Come alcuni video incriminanti e un «pugnale da combattimento» simile a quello usato nelle decapitazioni dei terroristi islamici. Quest'ultimo è stato trovato durante una perquisizione a casa di Moutaharrik. «Di particolare interesse - si legge in una nota della Digos dello scorso 8 settembre agli atti della Procura - è il ritrovamento di un pugnale da combattimento, custodito nell'apposita custodia e occultato chiaramente all'interno di uno zaino posto sotto il materasso nell'apposito vano del letto». Un video di decapitazione era «registrato e memorizzato all'interno del Samsung di Moutaharrik». Infine scovata un'agendina «di colore beige in cui risulta vergato a mano l'intero poema-bomba» inviato da un anonimo sceicco al pugile su WhatsApp. Ecco l'incipit: «Colpisci! Dalle tue palme eruttano scintille e sgozza!». E ancora: «Fai esplodere la tua cintura nelle folle gridando Allah Akbar!».

CBas

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