Cronaca locale

Ticket, stop del governo e 1,5 milioni di utenti ora pagheranno di più

Palazzo Chigi impugna il taglio della tassa già introdotto dalla Regione nel bilancio

Il no del governo costringerà con ogni probabilità la Regione a sospendere la riduzione del ticket aggiuntivo sulla sanità. Sono 230mila le prestazioni (visite ed esami) cui è stato applicato il ticket ridotto dopo il taglio deliberato dalla Regione. E un milione e mezzo i lombardi che in un anno avrebbero beneficiato della misura. «Il governo dice: cara Regione non puoi ridurre i ticket - ha detto il governatore Roberto Maroni - adesso vedremo quali contromisure prendere, già lunedì in giunta». È molto probabile però che l'esecutivo lombardo debba bloccare la misura già in vigore. Fino al mese scorso, in Lombardia, il 70% delle ricette era già esente dal super ticket. Ma sul restante 30% per esami complessi come tac, ecografie o risonanze, la tassa aggiuntiva poteva arrivava a 30 euro. Dal 1° febbraio il tetto è stato ridotto a 15 euro. Ora salirà di nuovo: la giunta regionale difficilmente potrà rischiare i possibili effetti erariali di una scelta diversa. «L'effetto è disastroso - ha spiegato l'assessore alla Sanità Giulio Gallera - Valuteremo lunedì ma ci sono anche profili erariali che probabilmente ci costringeranno a bloccare il beneficio con la speranza di poterlo poi riattivare».

La Lega è già in trincea: «Il Governo targato Pd ci impedisce di ridurre i ticket? - avverte il capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo - Vedremo con che faccia si presenteranno alle Regionali i loro rappresentanti al Pirellone. A Roma promettono sempre di ridurre le tasse ma si guardano bene dal farlo, e a noi che lo facciamo cercano di boicottarci».

Il segretario regionale del Pd Alessandro Alfieri, che potrebbe sfidare Maroni proprio alle prossime Regionali, ricostruisce la vicenda in modo diverso: «Il Governo - sostiene - ha impugnato un articolo del collegato di stampo propagandistico, privo di ricadute e senza indicazione della copertura finanziaria. La delibera della riduzione dei ticket, invece, non è stata nemmeno sfiorata dal Governo e se Maroni la vorrà cambiare lo farà sotto la sua responsabilità. La verità è che aveva promesso l'azzeramento dei ticket, aveva fatto perfino i manifesti, e non esserci riuscito è il suo più grande fallimento».

Il capogruppo regionale di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato noni si tira indietro: «Tanto è brutta la figura che il governo fa fare al Pd lombardo che Alfieri non sa più su che vetri arrampicarsi - attacca - La Lombardia è penalizzata due volte: prima con i tagli alla sanità e poi con la decisione del Consiglio dei ministri che ha impugnato la nostra legge di bilancio che dimezza i super ticket. È una vergogna. La Regione riceve continui schiaffi da Roma e soprattutto li ricevono i cittadini, visto che stiamo parlando di provvedimenti sulla salute che incidono molto sulla vita dei lombardi». «Fratelli d'Italia - aggiunge l'ex vicesindaco - non è mai stata fan sfegatata del referendum sull'autonomia, ma visto come veniamo trattati ci costringono a pensare che sia veramente l'ultima carta da giocare contro uno Stato che vuole solo penalizzarci e sfruttarci».

Perfino la Cgil, che contesta il legame con il tema autonomia, sulla decisione del Consiglio dei ministri pare scettica: «Prima della approvazione della stessa legge di bilancio avevamo svolto un lungo confronto con l'assessorato al Welfare» si legge in una nota ufficiale - Siamo per questa ragione interessati a chiarire con esattezza la natura delle obiezioni sollevate dal Governo».

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