Cronaca locale

Torna Jesus Christ Superstar «Il mio musical prediletto»

Il regista Piparo presenta lo show da 1,7 milioni di spettatori. Neeley, il protagonista, oggi ha 73 anni

Ferruccio Gattuso

Alla quarta edizione, e dopo un milione e settecentomila spettatori dalla fine degli anni Novanta ad oggi, Massimo Romeo Piparo dovrebbe guardare al suo «Jesus Christ Superstar» come ci si perdoni l'evocazione evangelica al «figlio prediletto, quello in cui mi compiaccio». Il regista catanese ha allestito musical su musical, di ogni genere: solo a novembre scorso, qui a Milano, un'altra opera di Andrew Lloyd Webber - «Evita» - calcava il palcoscenico del Teatro della Luna con la popstar Malika Ayane nel ruolo di Eva Peron. Nella stessa cornice alle porte di Milano, Piparo riporta dopo una fortunata tournée in Olanda il musical rock incentrato sull'ultima settimana di vita di Gesù Cristo. In cartellone al Teatro della Luna da questa sera al 26 febbraio (ore 21, domenica ore 15.30, ingresso 64-24 euro, info 02.76.00.00.86) i fan di «Jesus Christ Superstar» e tutti coloro che non hanno ancora visto dal vivo il mitico Ted Neeley potranno rituffarsi nelle melodie sinuose di brani come «I Don't Know How To Love Him», nei rock dal sapore anni '70 come «Heaven On Their Minds» e «Gethsemane» (I Only Want To Say), nella struggente poesia di «Pilate's Dream» e insomma in tutti quei brani resi celebri prima in teatro, dal 1968, e poi dalla versione cinematografica del 1973 diretta da Norman Jewison: proprio quella dove il ruolo di Gesù era custodito nella voce nasale e satura e nel volto spigoloso e affascinante di Ted Neeley, e Giuda aveva la rabbia e l'intensità del compianto Carl Anderson (anche lui arruolato tre lustri fa da Massimo Romeo Piparo, evidentemente dotato di un codice segreto particolare per convincere le leggende). A settantatré anni suonati, Ted Neely dovrebbe apparire un Gesù clamorosamente in là con l'età ma il potere del teatro lo si conosce: tutto è credibile e possibile in scena, e poi quando la voce di Neeley si tuffa nelle note passate di generazione in generazione, la cara vecchia sospensione del dubbio vince su qualsiasi perplessità. «Ci sono famiglie che mi seguono negli States spiega lo stesso Neeley che tramandano di padre in figlio la conoscenza di quest'opera. Ho interpretato questo ruolo, in vari momenti della mia vita, per più di quarantanni. Molte persone mi hanno scritto dicendomi di esseri avvicinati alla fede grazie a Jesus Christ Superstar. Tutto questo non può che inorgoglirmi».

La versione diretta da Piparo, con qualche novità scenografica sempre a firma di Giancarlo Muselli, è quella apprezzata dagli stessi autori Andrew Lloyd Webber e Tim Rice, pronti a dare il loro placet perché essa fosse «l'unico allestimento itinerante in Europa riconosciuto» di questa stagione: orchestra dal vivo presente sul palcoscenico diretta dal Maestro Emanuele Friello, un ensemble di ventiquattro perfomer tra ballerini, acrobati, trampolieri, mangiafuoco coreografati da Roberto Croce, e un cast di protagonisti dove il giovane talentuoso Feysal Bonciani - fisicamente molto somigliante a Carl Anderson - è Giuda, Paride Acacia (veterano della compagnia di Piparo, nonché ex Gesù) veste i panni serpenteschi del sacerdote Hannas, Simona Distefano dà volto a Maria Maddalena e Emiliano Geppetti è il governatore di Giudea Ponzio Pilato.

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